Bellano Alpe Giumello all-mountain

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Località di partenza: Bellano LC (230m)
Dislivello salita totale: 1550m
Tempo di percorrenza complessivo: 5 ore
Quota massima raggiunta: 1549m, Alpe Giumello
Distanza percorsa: 40 km
Valutazione:

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Impegno fisico:
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Punti di appoggio: ristoranti/bar all’Alpe Giumello, Alpeggio e bar a Camaggiore
Presenza di acqua: ogni paese attraversato ha almeno una fontanella
Riassunto itinerario: Bellano > Vendrogno > Sanico > Mornico > Narro > Indovero > Alpe Intelco > Alpe Ortighera > Alpe Giumello > Tedoldo > Camaggiore > Cascine Pratolungo > Vignago > Dervio > Bellano

Bell’itinerario di ampio respiro, adatto a chi ha buona gamba per la salita e tecnica per la discesa. Il monte Muggio è un balcone panoramico sul Lago di Como e i panorami mozzafiato non mancheranno. Sconsiglio la discesa dopo recenti piogge perché ci sono molti tratti su roccia e mulattiere che diventano saponette se bagnate. In primavera si rischia di trovare ancora neve sulla salita che da Indovero porta all’Alpe Ortighera perché esposta a nord e in ombra, in autunno troverete molte castagne e foglie in discesa.

Poiché a Bellano è praticamente impossibile trovare un parcheggio gratuito per tutta la giornata, lascio la macchina appena sopra il paese, in via degli Orti (al termine del giro sarà da mettere in conto una breve salita per tornare all’auto).

Si pedala fino a Vendrogno seguendo la SP66, qui troviamo una fontanella dove rinfrescarci e fare una prima sosta. Si prosegue pedalando su asfalto sempre in salita, accompagnati da cartelli che indicano la pendenza del chilometro successivo e la quota. Superato il tornante di San Grato, dopo la successiva salita, svoltiamo a sinistra su una ripida strada e arriviamo a Sanico, dove, al tornante, entriamo in paese e raggiungiamo la chiesa.

Dalla chiesa di Sanico inizia un sentiero pianeggiante nel bosco che ci porta fino a Mornico, dove torniamo in strada direzione Narro.

(Variante: se siete già stanchi morti per la salita, potete salire all’Alpe Giumello lungo la strada asfaltata seguendo i cartelli appena prima di arrivare alle case di Narro)

Giunti al paese di Narro, appena prima dello slargo con parcheggio, svoltiamo a sinistra in via Centrale, passiamo davanti al lavatoio e proseguiamo tra le case fino a raggiungere la chiesa di Santa Brigida, si prosegue su mulattiera oltrepassando il cimitero e uscendo dal bosco alla chiesa di San Martino.

Ripreso l’asfalto in discesa, oltrepassiamo la valle passando su di un ponticello romano, sotto la strada e riprendiamo l’asfalto della SP66. Giunti in centro a Indovero, svoltiamo a sinistra in via Pomaleccio, superiamo il parcheggio delle auto e proseguiamo finché non finisce la strada e inizia la strada agro silvo pastorale che risale le pendici del Monte Muggio sul suo lato “nascosto”.

Le prime rampe cementate metteranno a dura prova anche il biker più allenato, poi le pendenze diminuiscono e si prosegue su sterrato. Si superano gli agglomerati di baite dell’Alpe Intelco e dell’Alpe Ortighera con piacevoli scorci su Premana e il monte Legnone.

Dopo una lunga risalita si giunge all’Alpe Chiaretto e, poco oltre, al parcheggio dell’Alpe Giumello.

Restando alti si segue il sentiero che passa sotto lo skilift e che giunge sotto la chiesetta della Madonna della Neve. Proseguiamo sulla strada sterrata verso il lago, passiamo dalla fontana dell’alpe Chiaro e raggiungiamo il balcone panoramico del Giumello dove, poco sopra, hanno posizionato la panchina gigante #223 una delle tante che tanto vanno di moda quest’anno (2022).

Qui il panorama è strepitoso, si vede anche il Lago di Lugano, più alto rispetto a quello di Como e, dietro, la catena del monte Rosa, che sembra vicinissimo.

È il momento di abbassare la sella e indossare le protezioni: inizia la discesa.

Scendiamo dritti sulla cresta erbosa fino ad incontrare un sentiero scavato e sassoso che scende verso ovest, lo seguiamo facendo attenzione a non cadere, qui non c’è spazio per gli errori. Giunti ad una fonte, proseguiamo verso ovest lungo un bellissimo sentiero in pineta che ci porta fino a Tedoldo.

Da Tedoldo seguiamo la strada sterrata che porta a Camaggiore che raggiungiamo in circa 10 minuti con qualche tratto in leggera salita.

Raggiunto il cantun della Breva, ovvero la curva lungo la strada dove c’è sempre vento, ci sono delle rocce e un panorama sul lago fors’anche migliore di quello del Giumello, ricomincia la discesa, stavolta verso Dervio.

Seguendo qualche traccia tagliamo i tornanti della strada sterrata che scende nella valle e svoltiamo a sinistra dove c’è un abbeveratoio (segnaletica bianco-rossa del CAI). Seguiamo il sentiero fino a sbucare dietro all’Alpe Pratolungo.

Poi, stando attenti ad imboccare il sentiero, raggiungiamo Cascine Pratolungo. Per seguire la strada giusta oltrepassiamo un cancelletto in legno, un prato e un altro cancelletto in legno ed entriamo nel bosco.

Un tecnico singletrack ci porta a Lambrecco. Qui dei cartelli con scritto “bike” ci indicano l’imbocco del sentiero che scende a Vignago. Il singletrack non è flow, questo è per gli amanti del tecnico e dello scassato, comunque divertente.

Giunti a Vignago possiamo seguire le indicazioni per Dervio. Ma la fatica non è finita. L’ultimo tratto di discesa fino al lago è su mulattiera a gradini: un ottimo test per le sospensioni della vostra bici per le gambe/braccia.

Finita la mulattiera si sbuca in strada a Dervio alla chiesa dei santi Quirico e Giulietta. Possiamo togliere le protezioni e prepararci a tornare a pedalare. Svoltiamo a sinistra e seguiamo via Duca d’Aosta fino a raggiungere la strada lungolago che imboccheremo verso sud fino a tornare a Bellano su asfalto (attenzione che ci sono due brevi gallerie, consigliata lucina posteriore per farsi vedere dalle auto).

Tornati a Bellano, prima del paese svoltiamo a sinistra verso Vendrogno e pedaliamo lungo i due tornanti che ci separano dal parcheggio.

About the author

Va in montagna da sempre ma dagli anni del liceo, e poi dell'università, la scimmia ha cominciato a farsi sentire sempre più forte. All'inizio solo in mountain bike mentre adesso potrebbe essere definito un poli-atleta.
Ha una passione masochista per le uscite avventurose che prevedono enormi dislivelli e distanze esagerate. Dal 2020 è diventato un cyborg a causa di un infortunio sul longboard.

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