Sua maestà il Legnone

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Località di partenza: Dervio (LC)
Dislivello salita totale: 2455m
Tempo di percorrenza complessivo: 10 ore
Quota massima raggiunta: 2320, forcella alta di Legnone
Distanza percorsa: 57 km
Valutazione:

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Impegno fisico:
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Punti di appoggio: rifugio Griera, bivacco Scoggione
Presenza di acqua: fontana Alpe Gallino, Alpe Scoggione, Pian di Formica
Riassunto itinerario: Dervio > Tremenico > Alpe Gallino > Strada militare del Legnone > Forcella alta di Legnone > Passo Colombano > Alpe Scoggione > Pian di Formica > Rusico > Fontanedo > Colico > Dorio > Corenno Plinio > Dervio

Itinerario da compiere almeno una volta nella vita. È il giro perfetto per gli amanti delle imprese devastanti a livello fisico e dei sentieri ciclo-alpinistici. Ci sarà da spingere la bici in salita e anche in alcuni tratti di discesa, ma i panorami, e alcuni sentieri che sembrano usciti da un libro di favole (per mountainbiker), saranno la ricompensa di tutta la fatica spesa. Ho preso spunto da una traccia del 2009 trovata online su itinerari.mtb-mag.com, ma lungo il tragitto ho trovato alcuni sentieri abbandonati ed altri meglio tenuti e ho seguito questi ultimi.

Consiglio di percorrere l’anello in estate (per le giornate lunghe) o in autunno (per i colori ma col rischio di tornare al calar del sole), tenendo presente che bisogna accertarsi che non ci sia neve sul versante esposto a nord perché il sentiero nella parte alta è molto esposto ed una caduta potrebbe rivelarsi fatale.

Lasciata l’auto al parcheggio del cimitero di Dervio (nota: tutti i parcheggi a Dervio sono a pagamento, si può decidere di parcheggiare a Colico e di percorrere la strada lungolago prima di affrontare la salita e non al termine del giro come ho fatto io) si seguono le indicazioni per la Valvarrone e Tremenico. Con una lunga serie di tornanti si prende quota e ci si inoltria nella Valvarrone, sempre su strada asfaltata.

Superato Tremenico, dopo circa 14 km dalla partenza si trova, sulla sinistra, una strada sterrata e le indicazioni per Alpe Gallino, Eremo della Breccia, rifugio Griera, la imbocchiamo e iniziamo i tornanti in salita su strada agro silvo pastorale.

Lo sterrato è pedalabile fino al rifugio Griera, da qui inizia la strada militare del Legnone, a causa di smottamenti e del passare degli anni, diventa via via sempre meno pedalabile. SI comincia allora a spingere la bici al proprio fianco in un susseguirsi di tornanti che sembrano non terminare mai. Si trova ristoro solo nel guardare il panorama man mano che ci si alza di quota, per il resto è una lunga sfacchinata.

Un breve escursus sulla strada che si sta percorrendo:
La strada militare del Legnone fa parte della cosiddetta “Linea Cadorna”, più propriamente “Occupazione avanzata frontiera nord” (OAFN), fu costruita nel corso della Prima Guerra mondiale su ordine del Generale Cadorna. Le opere di fortificazione (cannoniere, trincee, caserme…) erano tutte servite da strade che risalivano i fianchi della montagna, protetti dal fuoco nemico. Quella che si percorre in questo itinerario è una della più lunghe e ardite strade dell’intera Linea.
Le opere di fortificazione sono concentrate nell’ultimo tratto, dallo sperone sud del Monte Legnone all’Alpe Scoggione.
La pendenza media è del 10%
I tornanti sono 44
La lunghezza è di 12,6km dall’Alpe Gallino fino allo sperone, più altri 6 km fino all’Alpe Scoggione.

Dopo circa 5 ore e mezza di sola salita (di cui le ultime 2, o poco più, di portage) si giunge al termine dei tornanti. Un lungo traverso porta alle gallerie. Per chi ha la forza, aggiungendo 200m di dislivello si può salire in vetta al Legnone (senza bici, tanto la discesa non sarebbe percorribile in sella).

Ora la strada passa sul lato nord-est del Legnone e si immerge nella val Lesina, bisogna prepararsi alla discesa. La prima parte della discesa è da percorrere con molta cautela perché esposta. Una caduta qui potrebbe rivelarsi fatale. Personalmente alcuni tratti ho preferito farli a piedi.

Con numerosi tornanti si scende un po’ di quota nella fredda valle, poi la strada diventa un traverso che porta ad altri 7 tornanti, questa volta in salita, fino a raggiungere il Passo Colombano, da qui ci aspetta solo discesa fino al lago.

Si segue sempre la strada militare in discesa fino all’Alpe Scoggione. Il tratto dall’Alpe Scoggione al Pian di formica non è interamente pedalabile, qualche tratto sarà da fare a piedi, ma dal Pian di Formica una lunga discesa tra faggi vi farà godere di essere in sella alla vostra mtb. Anche se il sentiero è per lunghi tratti coperto di foglie rosse, sul tronco degli alberi ci sono bolli ben visibili.

Dal bosco si sbuca su di una strada cementata a Rusico che passa tra varie proprietà fino a giungere a Fontanedo. Arriviamo alla chiesetta di Santa Elena e poco oltre, sulla destra, si imbocca il sentiero che scende nel bosco e che porta di nuovo ad una strada cementata che giunge al ristorante-osteria Robustello. Si risale sulla sinistra per poche decine di metri la strada che supera la valle ed il letto del fiume e poi si imbocca la strada a destra seguendo le indicazioni del “Anello dei Mulini” del CAI. Si seguono le indicazioni fino a giungere alla chiesa si San Bernardino nella frazione di Villatico, a Colico. Si svolta a sinistra in via Perlino e si segue la strada verso sud-ovest e poi, alla frazione Laghetto, dritti verso la statale, la si attraversa con un sottopasso e poi si riprende in corrispondenza del campeggio sul lago. Ora non resta che seguire la strada lungo lago SP72 fino a tornare a Dervio passando per Dorio e Corenno Plinio.

About the author

Va in montagna da sempre ma dagli anni del liceo, e poi dell'università, la scimmia ha cominciato a farsi sentire sempre più forte. All'inizio solo in mountain bike mentre adesso potrebbe essere definito un poli-atleta.
Ha una passione masochista per le uscite avventurose che prevedono enormi dislivelli e distanze esagerate. Dal 2020 è diventato un cyborg a causa di un infortunio sul longboard.

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