Località di partenza: Ca’ Pizzini, centrale dell’Armisa (1040 m)
Dislivello salita totale: 1732 m
Tempo di percorrenza salita/complessivo 3.5 ore / 6.5 ore
Quota massima raggiunta: 2499m, bivacco Corti
Distanza percorsa: 19,60 km
Attrezzatura: normale da escursionismo
Valutazione:
Impegno fisico:
Punti di appoggio: bivacco Resnati/Tempesti, bivacco Corti
Presenza di acqua: si (Baite Michelini)
Riassunto itinerario: Centrale Armisa > Pradaccio > Baite Michelini > Bivacco Resnati/Tempesti > croce piegata > placche rocciose > bivacco Corti > GVO > Baite Michelini > Ca’ Pizzini
Escursione ad anello da compiersi in piena estate, per avere il tratto Resnati-Corti libero da neve e ghiaccio. Il tratto tra i due bivacchi è per gli appassionati del genere, mal segnato e su terreno d’avventura dove bisogna intuire i punti di passaggio per non trovarsi in zone troppo friabili.
Conosciamo già la salita al bivacco Resnati, dal parcheggio sterrato nei pressi della centrale elettrica dell’Armisa si percorrono a piedi le ripide rampe cementate che portano nella valle, si seguono le indicazioni per Baite Michelini e poi i bolli rosso-blu che restano sulla destra orografica della valle, senza mai attraversarla, fino a raggiungere il bivacco Resnati.
Da dietro il rosso bivacco saliamo per flebile traccia per poi iniziare a traversare verso destra, faccia a monte (ovest) tra erba e detriti pietrosi. Bisogna raggiungere la base di una grossa sporgenza rocciosa, passare sotto la parete e attraversare la valletta successiva restando sotto al nevaio cercando la base di della successiva sporgenza rocciosa.
La si supera e ci si mantiene nel canale di sinistra fino a raggiungere una croce metallica piegata dalla neve di numerosi inverni. Da qui si cercano di raggiungere le placche appoggiate sulla destra della cascata sovrastante. Giunti sotto le placche rocciose ci si rende conto che non sono così ripide come sembrano da lontano e, cercando la via migliore di salita, si risalgono fino ad una bocchetta in cima a questo mare di roccia.
Una volta tornati a camminare bene eretti, in alto si intravedono già il bivacco Corti, come un nido d’aquila su uno sperone roccioso e, alla sua sinistra in fondo alla valle, la neve della Vedretta del Lupo, che come mostrato in un cartello informativo alle baite all’ingresso della valle, si è ridotto drasticamente di dimensione e spessore negli anni.
Risaliamo per pietraia fino a raggiungere il Bivacco Corti, meta della nostra gita. Il bivacco ha al suo interno 6 posti letto, un piano cottura con stoviglie. Non ci sono fonti d’acqua. Se vi interessa sapere di più sul personaggio di Alfredo Corti, super interessante, vi rimando al n°46 della rivista Le Montagne Divertenti, una copia è disponibile anche all’interno del bivacco.
La discesa avviene su quella che potremmo definire la “via normale”. Si segue il sentiero 268 seguendo i bolli rosso-bianchi del cai fino ad incrociare la traccia della GVO (Grande Via delle Orobie). Si scende nel vallone alla nostra destra, si superano dei gradoni di roccia e si attraversa la valle fino a raggiungere il bivio incrociato all’andata (dove avevamo tenuto la sinistra seguendo i bolli rosso-blu). Noi prendiamo a sinistra per riprendere la il sentiero che torna verso le Baite Michelini e poi la strada che abbandona la valle e scende a Ca’ Pizzini, al parcheggio.