Anello al monte Taou Blanc da Pont

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Località di partenza: Pont Valsavarenche (1960 m)
Dislivello salita totale: 1568 m
Tempo di percorrenza salita/complessivo 4,5 ore / 9 ore
Quota massima raggiunta: 3438m, vetta monte Taou Blanc
Distanza percorsa: 27,35
Attrezzatura: normale da escursionismo
Valutazione:

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Impegno fisico:
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Punti di appoggio: rifugio Savoia
Presenza di acqua: fontanella al parcheggio alla partenza
Riassunto itinerario: Pont > Alp de Turin > Lago Nero > vallone Leynir > Col di Leinyr > Monte Taou Blanc > Col di Leinyr > Lago Rosset > Rifugio Savoia > Piano del Nivolet > Pont

Chi ha gambe e fiato sarà ripagato da una delle cime più panoramiche della gruppo del Gran Paradiso. Alcuni tratti necessitano passo fermo e attenzione (per esempio la risalita del Vallone Leynir dal lago Nero e facili roccette verso il Taou Blanc). Itinerario consigliato in piena estate in assenza di neve.

Lasciamo l’auto nell’ampio parcheggio di fronte all’Albergo Gran Paradiso, punto di partenza della maggior parte degli alpinisti che vogliono salire al famosissimo 4000 dalla via normale. Noi imbocchiamo il sentiero numero 3 che sale a fianco della piccola falesia, in prossimità dell’albergo. Il sentiero parte subito in salita ed entra nella valle. Dopo una serie di tornanti giungiamo all’inizio dei Piani del Nivolet. A quota 2367m, vicino ad un piccolo laghetto, svoltiamo a destra passando su di un ponte di legno e raggiungiamo le stalle diroccate dell’Alp de Turin. Dietro alle stalle seguiamo il ripido sentiero 3a fino a che non incrocia una larga strada sterrata che seguiamo verso sinistra. Camminiamo tranquilli godendoci il panorama sulla valle sottostante.

Facendo molta attenzione nel trovarne l’inizio, dopo circa 1,8 km da quando abbiamo preso la larga sterrata, imbocchiamo una traccia sulla destra che sale ripidissima per pochi metri e poi inizia a spianare a mezza costa. La seguiamo tenendo d’occhio gli ometti e superiamo una pietraia di roccia rossa. Proseguendo raggiungiamo dei prati e, infine, il lago Nero (o Lago di Leynir).

Sul lato sinistro del lago (rivolgendo lo sguardo verso il colle) inizia una sentiero ripido e molto esposto che ci porta a congiungerci col sentiero 3b che sale al Col di Leynir (3084m). Da qui ci incamminiamo verso nord seguendo le indicazioni per la vetta (50 minuti). Il primo tratto presenta un passaggio di roccette da fare “a quattro zampe”, poi il sentiero diventa un’evidente traccia che sale lungo il versante pietroso del monte.

Dalla vetta del Taou Blanc (3438m) il panorama è eccezionale! A partire dalle montagne più lontane, si vede tutto il gruppo del monte Bianco e il Cervino, ma la vetta che meglio si apprezza è quella del vicino Gran Paradiso e delle altre montagne sul versante opposto della Valsavarenche, come il Ciarforon, la Grivola, la Vetta du Monciair. Ci riempiamo gli occhi di questa vista mozzafiato. Poi decidiamo di iniziare a scendere e cominciare la seconda parte di questo anello.

Scesi dal Col di Leynir restiamo sul sentiero 3b che sale leggermente per superare un colletto che ci porta sul versante dei Piani del Rosset, dove facciamo una breve deviazione al Lago di Rosset. Da qui si vede bene la Punta Basei. Ci rinfreschiamo con l’acqua gelida del lago e poi torniamo sul sentiero 3b fino a giungere al Rifugio Savoia. Purtroppo una strada asfaltata che sale dal lato Piemontese del Col del Nivolet toglie un po’ di magia al luogo. Camminiamo lungo la strada a fianco dei Laghi del Nivolet tenendoli alla nostra destra. In breve incrociamo i cartelli che indicano Pont e il sentiero numero 3. Inizia la lunga camminata lungo il Piano del Nivolet. Vediamo la Dora del Nivolet che scorre tortuosa lungo questa piana, mentre noi seguiamo il sentiero che resta sul fianco destro della valle.

I piani sono lunghi circa 5km, dopodiché incrociamo nuovamente il sentiero che avevamo fatto per salire da Pont e lo seguiamo fino a tornare all’auto.

About the author

Va in montagna da sempre ma dagli anni del liceo, e poi dell'università, la scimmia ha cominciato a farsi sentire sempre più forte. All'inizio solo in mountain bike mentre adesso potrebbe essere definito un poli-atleta.
Ha una passione masochista per le uscite avventurose che prevedono enormi dislivelli e distanze esagerate. Dal 2020 è diventato un cyborg a causa di un infortunio sul longboard.

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