Anello ferrata Mazzocchi e ferrata Ferrari

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Località di partenza: Passo dello Zovallo PC (1405 m)
Dislivello salita totale: 1285 m
Tempo di percorrenza complessivo 6 ore
Quota massima raggiunta: 1777m, vetta monte Bue
Distanza percorsa: 20,5 km
Attrezzatura: kit da ferrata
Valutazione:

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Impegno fisico:
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Punti di appoggio: rifugio monte Bue, rifugio Prato Cipolla, paese Rocca d’Aveto
Presenza di acqua: Fontana Gelata, due fontanelle tra Prato della Cipolla e Rocca d’Aveto
Riassunto itinerario: Passo dello Zovallo > Lago Nero > fonte Gelata > bivacco Sacchi > ferrata Mazzocchi > Prato della Cipolla > Rocca d’Aveto > Valle Tribolata > ferrata Alfonso Ferrari > monte Roncalla > monte Ciapa Liscia > Prato della Cipolla > monte Bue > monte Nero > Passo dello Zovallo

Questo itinerario sull’Appennino Ligure, tra le Regioni Emilia-Romagna e Liguria, è una sorta di “otto” che permette di concatenare due giri ad anello e due ferrate poco distanti tra loro. Le due ferrate sono di media difficoltà, la seconda più arrampicabile della prima. I sentieri sono ben segnati e ben tenuti.

Parcheggiata l’auto al Passo dello Zovallo seguiamo il sentiero 001 che parte dall’interno del tornante e seguiamo le indicazioni per il Lago Nero che si raggiunge in breve dopo una leggera discesa e una seguente leggera salita in mezzo ai pini mughi.

Dal Lago seguiamo il sentiero 011 e le indicazioni per Fonte Gelata, dove ci rinfreschiamo e riempiamo le borracce. Dalla fonte il sentiero 007 sale più deciso fino al bivacco Sacchi, un bivacco da 7 posti con spazio dove accendere un fuoco, da tenere presente se si vuol passare una notte nei boschi o da usare come punto di appoggio se si vogliono arrampicare le rocce della zona.

A poche centinaia di metri dietro al bivacco inizia la Ferrata Mazzocchi. Indossiamo il casco, l’imbrago e il kit da ferrata. Questa ferrata è divertente e presenta una serie di scalette (fisse o meno fisse) e una serie di traversi dove ci sono pochi appigli e si usano spesso le catene. Non è lunghissima e ci porta in meno di un’ora su di un pianoro roccioso (Groppo delle Ali) dove mettiamo via l’imbrago e il kit per procedere più spediti.

Ci dirigiamo a sud fino ad incrociare la pista da sci che scende al Prato della Cipolla. Superiamo il rifugio e il prato e seguiamo le indicazioni verso Rocca d’Aveto. Scendiamo dapprima su sentiero che mano a mano si allarga e raggiungiamo le case sul limitare del bosco. Appena mettiamo i piedi sull’asfalto svoltiamo a destra e seguiamo la strada asfaltata finché non ci ributta nel bosco. Da qui dobbiamo seguire sempre le indicazioni per Valle Tribolata fin quando, sulla destra, un grosso cartello rosso a forma di freccia ci indica la traccia da seguire per raggiungere la ferrata Alfonso Ferrari.

L’avvicinamento è su traccia vaga, poco visibile, ma possiamo aiutarci con i bolli gialli sulle piante e degli ometti di roccia. Dopo un po’ di salita, con il panorama lunare della Valle Tribolata sotto di noi, vediamo la catena dove attaccarci. La ferrata Alfonso Ferrari è di minor difficoltà di quella affrontata poche ore prima, ma è soddisfacente perché permette la progressione in arrampicata (se non si vogliono “mungere” le catene).

La ferrata porta alla cima del Monte Roncalla (1686m). Da qui camminiamo verso nord fino alla cima del monte Ciapa Liscia e poi prendiamo il sentiero che in leggera discesa ci riporta a Prato della Cipolla. Riprendiamo la pista da sci, stavolta in salita, fino a giungere alla vetta del Monte Bue. Raggiunta la croce torniamo indietro un pezzetto per prendere il sentiero che scende verso nord all’altezza di un vecchio skilift in disuso.

Raggiungiamo la sella Costazza e da qui iniziamo la cresta che sale e scende e ci porta in vetta al Monte Nero in un susseguirsi di pini mughi e rocce. La vista del lago Nero dall’alto merita quest’ultima fatica.

Dal Monte Nero scendiamo sempre su stretto sentiero fino a ricollegarci al sentiero che porta al Passo dello Zovallo.

About the author

Va in montagna da sempre ma dagli anni del liceo, e poi dell'università, la scimmia ha cominciato a farsi sentire sempre più forte. All'inizio solo in mountain bike mentre adesso potrebbe essere definito un poli-atleta.
Ha una passione masochista per le uscite avventurose che prevedono enormi dislivelli e distanze esagerate. Dal 2020 è diventato un cyborg a causa di un infortunio sul longboard.

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