Costa del Palio – giro in Valle Imagna

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Località di partenza: Fuipiano (1055 m)
Dislivello salita totale: 595 m
Tempo di percorrenza salita/complessivo: 4,5 / 5 ore
Quota massima raggiunta: zona sottostante Zuc De Valmana (1500 m)
Distanza percorsa:12,35 km
Attrezzatura: normale da escursionismo
Valutazione:

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Impegno fisico:
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Punti di appoggio: Rifugio del Grande Faggio
Presenza di acqua: scarsa
Riassunto itinerario: Fuipiano Valle Imagna > Strada del Grassello > Passo di Valbona > Passo del Palio > Sentiero dei grandi alberi > Galzaniga > Arnosto > Fuipiano Valle Imagna

In una nebbiosa mattina di fine ottobre decidiamo di partire per la Valle Imagna. Oggi i ricci sportivi sono accompagnati da due ospiti di eccezione, amici di tante altre avventure.

Dopo una lunga tratta in macchina, giungiamo a Fuipiano Valle Imagna, attraversiamo il paese, seguiamo la via Milano fino quasi al termine, dove si trova un parcheggio. Lasciata l’auto il giro può cominciare.

I colori dell’autunno ci accompagnano fin dai primi passi: pennellate di verde, giallo, rosso, ocra ci illumineranno lungo tutto il nostro itinerario. A tratti farà capolino tra le nuvole anche un pallido sole. Allontanandoci dal parcheggio, la strada da asfaltata si trasforma presto in un sentiero boscoso, che si restringe sempre più e sale a piccoli tornanti e strappi. Camminiamo su un tappeto di foglie, che attutiscono i rumori e permettono di immergersi completamente nell’ambiente naturale. All’interno del bosco il sentiero è ben segnalato con i tipici segnavia rossi e bianchi, seguiamo il sentiero 571.

Continuiamo a inerpicarci sul sentiero, che in breve tempo ci porta sempre più su: si spalanca davanti a noi la vallata. Lo sguardo può spaziare su tutte le montagne circostanti. Oggi il cielo è coperto, ma dietro le nuvole si intravedono le cime del Resegone, delle Grigne, del Monte Tesoro e di molti altri. Sulla destra troviamo una grande malga, non accessibile. Di fronte ad essa si trovano dei tavolini, sui quali ci si può accomodare e lasciar vagare lo sguardo sulle distese circostanti.

Il nostro viaggio prosegue su ampi spazi aperti: inizia ora un lungo tratto che ci porta a camminare lungo la dorsale (attenzione al vento). Intorno a noi valli sconfinate, piccoli paesini a valle e cime intorno. La strada prosegue ampia, a tratti fangosa, in un continuo su e giù, camminando sul dorso di questo gigante addormentato. Raggiungiamo così, tra salite e discese, dapprima il Passo di Valbona e successivamente il Passo di Palio. Qui è possibile osservare un’opera d’arte costituita da una porta che si apre verso l’infinito paesaggio. Essa è stata posizionata qui nel 2014, tramite il progetto “Alt(r)e quote”, che ha l’obiettivo di portare in montagna le opere di giovani artisti.

Oltrepassata la “porta”, si segue la strada per una lunga discesa, a tratti ripida. Gradualmente abbandoniamo la dorsale e raggiungiamo una carrareccia che con lunghi tornanti ci riporta a quote più basse. Lungo la strada, sulla sinistra, seguiamo l’indicazione per il “Sentiero dei grandi alberi“. La strada si stringe un po’, e si fa più umida per la presenza di un fiumiciattolo che la attraversa. Poco dopo esserci addentrati in questo tratto di bosco, scorgiamo il cosiddetto “Albero monumentale“: un faggio di circa 200 anni e più di 240 quintali che giace lì, altissimo. Il nostro sguardo limitato non può contenerlo tutto, bisogna allontanarsi per godere della sua bellezza. Come un vero “nonno” porta un cartello con scritto “GUARDATEMI, STIMATEMI E RISPETTATEMI PER L’ETA’“. Quanta gente avrai visto passare di lì, caro faggio? A quante intemperie sei sopravvissuto? A quanti soli hai sorriso? La sua risposta silenziosa colpisce i cuori dei quattro viandanti. Decidiamo di fermarci per una sosta ristoratrice proprio su un tavolo poco oltre. A fare compagnia a noi quattro, ci sarà oggi anche lui, il faggio, e un pallido sole che a tratti spunta tra le nubi, ma non riscalda. Per fortuna un fornelletto, qualche bustina di thè e un ramo di pino penseranno a ritemprare i fisici provati dallo sforzo e dall’umidità.

Poco oltre il monumentale albero si trova sulla sinistra un rifugio, detto appunto “Rifugio del grande faggio” (controllare periodi di apertura). Lo superiamo e continuiamo su una strada che si amplia sempre più. Passiamo tra viali di alberi che ci sovrastano e creano un tappeto con le loro foglie. Tra i rami si intravedono le vallate, illuminate a tratti da qualche timido raggio di sole.

Gradualmente la strada si ricongiunge con altre sempre più grandi, diventando asfaltata. Raggiungiamo il paese di Galzaniga e poi di Arnosto, passando tra casette ben decorate, fioriere di jeans e caratteristici municipi. Entriamo a Fuipiano, da dove eravamo partiti alcune ore fa, e con un’ultima salita fino al parcheggio chiudiamo l’anello di oggi.

About the author

Cresciuta tra piacevoli estate montane: dalle prime timide passeggiate ad oggi, con lunghe camminate ed ampi dislivelli. Da pochi anni ha aggiunto le due ruote, per esplorare il mondo ad una velocità diversa. Tutto condito dalla passione per l'outdoor, gli splendidi paesaggi, le notti in tenda. I piedi sempre pronti a camminare e pedalare, gli occhi aperti per esplorare e conservare fotogrammi di esperienze.

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