Ferrata Biasini

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Località di partenza: Pianazzola, Chiavenna (SO) (647 m)
Dislivello salita totale: 500 m
Tempo di percorrenza salita/complessivo 1.5 ore / 2.5 ore
Quota massima raggiunta: 1150m, Daloo
Distanza percorsa: 5 km
Attrezzatura: kit da ferrata
Valutazione:

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Impegno fisico:
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Punti di appoggio: –
Presenza di acqua: fontanella nei pressi della croce di Daloo
Riassunto itinerario: via per Pianazzola > ferrata > croce di Daloo > Pianazzola

La ferrata Pietro Biasini è una cosiddetta ferrata “alla francese”, cioè una ferrata che presenta abbondanza di staffe e cambi catena ravvicinati, che la rendono più sicura ma anche più artificiosa. È una ferrata adatta solo a chi non soffre l’esposizione ma regala panorami incredibili su tutta la Valchiavenna.

Lasciata l’auto a Pianazzola, ritorniamo indietro lungo la strada asfaltata fino ad incontrare un grosso cartello con le indicazioni per la ferrata. La mappa indica la via di salita, la via di discesa e il sentiero attrezzato che può essere utilizzato come via d’uscita dalla ferrata o da percorrere in salita se si è in compagnia di persone poco avvezze alla verticalità.

Dal cartello si seguono i numerosissimi bolli bianco-rossi che portano in circa 15 minuti, prima in salita e poi in leggera discesa sempre verso ovest, fino all’attacco vero e proprio della ferrata.

Indossiamo il casco, l’imbrago e il kit da ferrata e partiamo subito verso l’alto.

Man mano che si sale aumenta l’esposizione e il panorama si apre sempre di più sulla Chiavenna e l’incrocio con la Valchiavenna e la Valle Spluga. Un cavo metallico ben teso segue le staffe per tutta la durata della ferrata e i cambi sono ravvicinati, capita spesso che, mentre saliamo lungo le pareti verticali, ci si senta tirati verso il basso: sono i moschettoni che ci ricordano che dobbiamo passare un chiodo proprio nella posizione più scomoda.

Ad ogni tratto, col sorriso sulle labbra, ci diciamo che quello appena passato deve essere il tratto più aereo della ferrata e puntualmente, pochi minuti dopo, siamo smentiti. È un procedere su placche sempre più verticali ed esposte ed è bellissimo.

Superata una cengia boscosa, si sale ancora qualche roccia e ci troviamo su un balcone dove un cartello indica la fine della ferrata (e il divieto di percorrere la stessa in discesa). Guardando la montagna, sulla nostra destra parte il sentiero attrezzato che riporta alla strada per Pianazzola che può essere fatto per tornare prima alla macchina se si è stanchi o in ritardo, mentre davanti a noi prosegue il sentiero che porta alla croce di Daloo.

Proseguiamo verso l’alto. Consiglio di non togliere l’imbrago perché ci saranno altri tratti in cui può tornare utile.

Seguiamo le catene lungo la seconda parte di questa ferrata che, procedendo adesso più nel bosco, in breve porta alla croce di Daloo, un balcone panoramico su tutta la valle.

Ci laviamo le mani alla fontanella poco distante e ci dissetiamo.

Tolto imbrago, casco e kit da ferrata, camminiamo verso monte attraversando il prato, in vista del piccolo paese di Daloo e incrociamo una palina segnaletica che ci indica il sentiero da seguire per scendere a Pianazzola. Lungo questo sentiero, in salita, si svolge la gara del Kilometro Verticale Chiavenna-Lagùnc. Noi percorriamo questa traccia in discesa, seguendo praticamente un’infinita scalinata di gradini di roccia che in poco più di mezz’ora ci porta giù al paese di Pianazzola e alla macchina.

Questa ferrata non è particolarmente lunga, pertanto consigliamo, come abbiamo fatto noi, di prendere la macchina e andare a fare un’altra ferrata nelle vicinanze: la ferrata Succetti nel paese di Mese.

About the author

Va in montagna da sempre ma dagli anni del liceo, e poi dell'università, la scimmia ha cominciato a farsi sentire sempre più forte. All'inizio solo in mountain bike mentre adesso potrebbe essere definito un poli-atleta.
Ha una passione masochista per le uscite avventurose che prevedono enormi dislivelli e distanze esagerate. Dal 2020 è diventato un cyborg a causa di un infortunio sul longboard.

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