Pizzo Meriggio invernale

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Località di partenza: Campelli di Albosaggia SO (1170 m)
Dislivello salita totale: 1200 m
Tempo di percorrenza salita/complessivo 3.5 ore / 5 ore
Quota massima raggiunta: 2358m, vetta pizzo Meriggio
Distanza percorsa: 15,70 km
Attrezzatura: ciaspole o ramponi
Valutazione:

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Impegno fisico:
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Punti di appoggio: nessuno
Presenza di acqua: no
Riassunto itinerario: località Campelli > Punta della Piada > Pizzo Meriggio > Punta della Piada > località Campelli

Itinerario abbastanza frequentato nella stagione invernale da scialpinisti e ciaspolatori. Ha il vantaggio di essere sicuro anche dopo recenti nevicate e regala delle meravigliose vedute sulle Orobie.

La strada che sale alla località Campelli, da Albosaggia, non viene pulita, pertanto si parcheggia fin dove si riesce ad arrivare con l’auto. Se la strada è sgombra di neve si può parcheggiare nei pressi della Chiesa del Campei.

In caso di abbondante innevamento, risaliamo i prati dell’alpe fino ad incrociare la stretta strada forestale che sale, con numerosi tornantini, di quota. Attorno ai 1980m giungiamo ad una bocchetta e seguiamo le indicazioni del sentiero che si stacca dalla strada e che sale su per il bosco, direzione Pizzo Meriggio.

Il sentiero porta sul dosso della Punta della Piada (o Piz di Freri), da qui possiamo osservare distintamente la cresta che dovremo percorrere per giungere in cima al pizzo. Una breve discesa ci porta ad un’ampia sella e poi comincia la salita finale. Sembra non arrivare mai ma non disperate, sarete in cima prima di quanto vi aspettate.

Dalla vetta del Pizzo Meriggio la vista sulla laterale Val Venina è superba, per non parlare delle cime delle Orobie centrali, visibili in direzione sud-est, sud e sud-ovest. Non avendo ostacoli, verso Nord si possono osservare tutte le cime maggiori delle Alpi Retiche Valtellinesi.

Il rientro avviene dal medesimo percorso fatto all’andata, tagliando i tornanti quando possibile, imboccando numerose scorciatoie che ci riportano alla macchina.

About the author

Va in montagna da sempre ma dagli anni del liceo, e poi dell'università, la scimmia ha cominciato a farsi sentire sempre più forte. All'inizio solo in mountain bike mentre adesso potrebbe essere definito un poli-atleta.
Ha una passione masochista per le uscite avventurose che prevedono enormi dislivelli e distanze esagerate. Dal 2020 è diventato un cyborg a causa di un infortunio sul longboard.

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