Tra chiese e trincee

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Località di partenza: Griante, CO (242 m)
Dislivello salita totale: 815 m
Tempo di percorrenza salita/complessivo 2 ore / 3.5 ore
Quota massima raggiunta: 908 m
Distanza percorsa: 15 km
Attrezzatura: normale da escursionismo
Valutazione:

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Impegno fisico:
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Punti di appoggio: no
Presenza di acqua: una sorgente sulla via di salita a 4km circa dalla partenza
Riassunto itinerario: Griante > chiesa di San Martino > Pilone > Sasso San Martino > Trincee > Sasso San Martino > Pilone > Bocchetta di Nava > cappella degli Alpini > Griante

Poiché la giornata è fredda e la meteo incerta, decido di stare sotto la quota neve. L’itinerario merita una giornata di sole e bel tempo per apprezzare la magnifica vista sul Lago di Como, purtroppo non è stato il mio caso, spero di tornarci per fare foto migliori, col sole. L’itinerario lo consiglio tutto l’anno.

A Griante i parcheggi scarseggiano, ce ne sono un paio vicino alla chiesa principale, altrimenti all’imbocco di via ai Cardani, nei pressi di una fontanella, dove passerò a fine giro ma dove si potrebbe anche cominciare l’escursione se si vuole abbattere il dislivello da fare in salita prendendo il sentiero a mezzacosta che porta direttamente alla chiesa di San Martino.

Seguendo l’itinerario che qui proponiamo, lasciamo l’auto nel parcheggio sotto la chiesa di San Rocco e iniziamo a camminare lungo via San Martino seguendo l’evidente freccia gialla che ci indica la direzione per la chiesa di San Martino. Attraversiamo il centro del paese e sbuchiamo sulla strada asfaltata dove camminiamo poche decine di metri verso monte per poi prendere la mulattiera che si stacca sulla nostra destra. Da qui inizia la via crucis che, su bell’acciottolato, ci porta con qualche tornante al Santuario di San Martino, incastonata sulle ripide pareti del monte Sasso San Martino. La chiesa è circondata da prato e panche dove poter fare un picnic ammirando la vista sul centro del Lago di Como. Fin qui l’itinerario è una facile camminata per tutti.

Ritorniamo sulla via crucis, fino al cartello “caduta massi” dove troviamo la traccia di sentiero da prendere in piano che ci ricollega col sentiero che sale verso Pilone. Su sentiero ben battuto inizia la salita a tornanti che ci fa guadagnare dislivello, sempre accompagnati dal panorama su Bellagio e il lago.

Giunti alle baite di Pilone, decidiamo di fare una deviazione dal percorso ad anello per seguire sulla destra (faccia a monte) le indicazione per Sasso San Martino e trincee, facenti parte della Linea Cadorna, che si raggiungono in discesa su questo bello sperone roccioso affacciato sul Lago.

Fatto un giro per trincee ormai invase da faggi, risaliamo al Sasso San Martino e ridiscendiamo alle baite di Pilone, dove proseguiamo per l’ultimo tratto di salita fino ad un bel punto panoramico dove facciamo un’altra sosta.

Un ampio sentiero in leggera discesa, verso nord-ovest ci porta alla Bocchetta di Nava (850m). Seguiamo la strada gippabile in leggera discesa verso i monti di Nava e, dopo alcune baite, sulla sinistra inizia la strada sterrata che scende con le indicazioni per Griante.

La prima parte della strada è cementata, poi rimane larga ma molto sassosa, fino a tornare sentiero e scendere ripida verso il lago. A quota 540m facciamo una breve deviazione per andare a vedere la Cappella degli Alpini, oltre al belvedere proprio lì di fronte.

Si torna indietro fino a re-incrociare il sentiero che stavamo percorrendo in discesa e si termina la discesa in via ai Cardani, nei pressi di un parcheggio. Camminiamo lungo l’asfalto in leggera salita e poi, prima che la strada asfaltata faccia una ripida discesa, prendiamo la scalinata in pietra che scende (svicolosa) fino ad arrivare alle spalle della chiesa di San Rocco a Griante dove avevamo parcheggiato.

About the author

Va in montagna da sempre ma dagli anni del liceo, e poi dell'università, la scimmia ha cominciato a farsi sentire sempre più forte. All'inizio solo in mountain bike mentre adesso potrebbe essere definito un poli-atleta.
Ha una passione masochista per le uscite avventurose che prevedono enormi dislivelli e distanze esagerate. Dal 2020 è diventato un cyborg a causa di un infortunio sul longboard.

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