Località di partenza: Livo CO
Dislivello salita totale: 1000 m
Tempo di percorrenza complessivo 8.5 ore
Quota massima raggiunta: 1100m
Distanza percorsa: 28 km
Attrezzatura: normale da escursionismo
Valutazione:
Impegno fisico:
Punti di appoggio: Crotto Dangri, rifugio Dalco, Baita dal Vikingo
Presenza di acqua: fontanelle in ogni paesino attraversato, in inverno fonti ghiacciate o chiuse
Riassunto itinerario: Cimitero di Livo > Dangri > Barro > Trobbio > Tabbiadello > Montalto > Piazza Lunga > Fordeccia > Sass Olt > Selvedo > Selve > Chiesa di San Miro > Sorico
La Via dei Monti Lariani (VML) è un percorso escursionistico che si sviluppa lungo il lato occidentale del Lago di Como, dalla città di Como a al paese di Sorico. Da non confondere con l’Alta Via dei Monti Lariani, questo itinerario si sviluppa a quote modeste tra i 600 e i 1200m di altitudine ed è ottimo da percorrere nelle mezze stagioni o in inverni particolarmente secchi.
Abbiamo deciso di percorrere in giornata parte dell’ultima tappa della VML (quella che sulle guide è segnata da Peglio a Sorico, e che noi accorceremo partendo da Livo per evitare un tratto di strada asfaltata poco interessante), lasciando un’auto a Sorico e spostandoci con l’altra a Livo, che poi riprenderemo al termine del giro.
Lasciamo l’auto nell’ultimo parcheggio gratuito disponibile al cimitero di Livo, presso la chiesa di San Giacomo vecchia. Da qui si percorre la strada sterrata fino a raggiungere Dangri (se decidete di risparmiare 2km circa di strada da fare a piedi potete arrivare in auto fino al crotto Dangri, ma la strada è stretta e si paga un ticket).
Superato il caratteristico ponte che sovrasta il torrente Darengo e ci porta sul lato opposto della valle, incrociamo la prima indicazione per la Via dei Monti Lariani. Il sentiero scende fin quasi al greto del fiume e poi risale fino a giungere ai ruderi di Barro.
Sugli alberi sono presenti delle targhette che indicano la VML ed il numero 4 che indica la tappa (il progetto originale prevede 4 tappe, l’ultima delle quali divisibile in due parti, mentre sui siti più recenti il percorso è stato suddiviso in 7 tappe più brevi) e ogni tanto anche sulle rocce troviamo dei bolli bianco-rossi.
Il sentiero scende poco visibile nella valle sottostante, si supera il Torrente di Bares saltando da una pietra all’altra e in breve inizia una vertiginosa, seppur breve, salita nel bosco su sentiero roccioso che diventa magicamente un bel tracciato scavato e a tornanti e sale fino a delle baite (Barro di Vercana sulle mappe OSM). Da qui si prosegue a mezza costa nel bosco, la traccia continua ad essere evidente e una ringhiera di fili metallici ci divide dal precipizio a valle.
Fate attenzione in questo punto a non proseguire sull’agevole sentiero ma bisogna svoltare a sinistra in leggera salita nel bosco, seguendo i segnavia sugli alberi fino a giungere all’ammasso di stalle di Puii.
Il sentiero esce dal bosco di castagni e prosegue su versanti erbosi fino a giungere a Trobbio. È ancora presto nel quadro completo dell’escursione, ma le salite più impegnative sono terminate.
Da Trobbio la VML prosegue a mezza costa fino ad incrociare la strada agro-silvo-pastorale a Tabbiadello. Meravigliose baite si incrociano lungo la via, facendo sognare la tanto ricercata solitudine dei monti. Anche il Lago di Como inizia a far capolino nel panorama del cammino.
Seguiamo la traccia e raggiungiamo Montalto, non prima di una discesa e risalita nella Valle San Vincenzo dove attraversiamo il torrente su un ponte moderno, costruito dopo che il vecchio stava per essere trascinato via a valle.
Usciamo su strada sterrata, percorriamo un tornante in discesa e poi, al successivo, riprendiamo il sentiero che entra nel bosco, un singletrack molto carino. Dopo l’alpe Palin bisogna seguire il largo sentiero “recente”, senza farsi confondere dai segnavia che portano a pochi metri sotto questa larga traccia ma che si perdono in una valletta franata (ci siamo chiesti se non sarebbe stato in caso di cancellare la vecchia segnaletica che trae in inganno). Usciamo dalla valle e sbuchiamo tra le baite di Piazza Lunga e usciamo sulla strada asfaltata nei pressi di Fordeccia.
Percorriamo la strada in leggera salita fin oltre la Baita dal Vikingo dove una palina segnaletica del CAI ci indica di prendere la strada che scende sulla destra. La strada sterrata porta alle case di Colorina e, dopo pochi minuti, a Sass Olt, da cui si gode un’ottima vista sul sottostante Lago di Mezzola.
Da qui inizia la discesa vera e propria.
La traccia, soprattutto tra Selvedo e Selve, non è sempre evidente, consigliamo di tenere sottomano una mappa dei sentieri o la traccia gps (che potete scaricare cliccando sotto la mappa di questo articolo in formato .gpx).
Percorriamo sentieri poco manutenuti e strade gippabili frequentate solo da chi fa legna o deve raggiungere la baita nel bosco.
A Selve tocchiamo la strada per pochi metri e ci ributtiamo nel bosco su un sentiero che diventa ben curato solo prima di giungere alla bella Chiesa di San Miro. Una pausa ristoratrice sul prato del sagrato con panorama sul lago e la vista di Sorico dall’alto e siamo pronti ad intraprendere la lunga scalinata che scende fino alla via Regina. Raggiungiamo così Sorico e il termine di questa escursione.
Volendo evitare di muoversi con due auto e fare la spola come abbiamo fatto noi, si può usufruire del trasporto pubblico. Parcheggiando a Sorico, prendendo la linea C10 da Sorico a Gravedona e successivamente la linea C18 da Gravedona a Peglio. Per maggiori info rimando al sito delle Autolinee ASF.