Trail attorno al Segrino

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Località di partenza: Eupilio (CO)
Dislivello salita totale: 800 m
Tempo di percorrenza: 1,5 ore
Quota massima raggiunta: 747 m
Distanza percorsa: 14 km
Attrezzatura: trail running
Valutazione:

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Impegno fisico:
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Presenza di acqua: fontanella al 7° km
Riassunto itinerario: Eupilio > Alpe Carella > Sentierun > Canzo > sentiero di Budracch > lungolago Segrino > Monte Scioscia > Eupilio

Corsa di 14 km lungo i sentieri dei monti attorno al lago del Segrino. Percorribile tutto l’anno e che offre una grande varietà di salita e discesa, dalle più scorrevoli a quelle tecniche, un buon percorso di allenamento per il trail runner a tutto tondo. La traccia evita quasi completamente le strade, prediligendo le ciclabili e i sentieri ed è consigliata anche ai neofiti del trail running perché ci sono numerose possibilità di interrompere il percorso e tornare alla macchina senza completare il giro completo.

Lasciata la macchina al parcheggio del Lido del Segrino imbocchiamo subito di corsa la ciclabile del lago in senso orario e sfruttiamo questo primo chilometro pianeggiante per scaldare le gambe. Alla rotonda usciamo dalla ciclabile e imbocchiamo via Roma. Corriamo su asfalto con pendenze sempre maggiori seguendo le indicazioni per “Cornizzolo”.

Ad una svolta a destra della strada noi proseguiamo dritti seguendo le indicazioni di una palina segnaletica lungo una mulattiera davvero ripida che ci porterà alla località Campora. Prima del parcheggio, sulla sinistra, imbocchiamo una strada sterrata dapprima in piano, poi un sentiero più ripido con indicazione per Alpe Carella e Cornizzolo.

Usciti dal bosco svoltiamo a sinistra in un prato, direzione Canzo, lungo il Sentierun, un bel traverso di circa 3 km interamente percorribile di corsa che attraversa il bosco in direzione sud-nord con qualche scorcio sul sottostante Lago del Segrino.

Seguiamo le indicazioni del Sentierun lungo la ripida discesa che segna la fine del sentiero e che ci porta posare i piedi su asfalto in via Gajum. Corriamo in discesa fino alla Chiesa di San Francesco e San Miro. In fondo ai gradini svoltiamo a sinistra in via Caravaggio e proseguiamo fino a vedere la cappella Madonna di Caravaggio. Prendiamo la via a sinistra, in salita, e la seguiamo fino ad entrare nel bosco. Qui inizia il sentiero cosiddetto di Budracch, un sentiero che segue il fianco della montagna con vista sul lago del Segrino e che presenta qualche strappo in salita che ci farà dire brutte parole. Però l’ambiente è molto suggestivo, nella seconda parte, poi, sembra di essere in una giungla.

Il sentiero termina con una sequenza di tanti gradini che scendono ripidi fino alla ciclabile che corre lungo il Lago del Segrino, che percorriamo verso destra, in senso orario, fino ad arrivare all’estremo nord del lago. Poi proseguiamo, sul largo marciapiede, lungo la SP41.

Alla rotonda attraversiamo la strada e saliamo a sinistra lungo via Tosi, poi teniamo la sinistra in via Macchi e ancora a sinistra in via Achille Grandi, dove troviamo la palina segnaletica che indica l’inizio del sentiero verso il belvedere del monte Scioscia.

Riportiamo le scarpe su sterrato lungo un sentiero che, in salita prima più ripida, poi più tranquilla, ci porta in 2 chilometri di corsa, al belvedere del monte Scioscia (il sentiero è ben segnalato e all’unico bivio tenere la destra in salita verso il belvedere).

Godiamo della vista sul lago da ovest, su Eupilio e, in lontananza, sulla Brianza, e ci rendiamo conto che abbiamo già percorso un bel po’ di strada e la fine del giro si avvicina.

Manca soltanto l’ultima discesa.

Proseguiamo verso sud lungo il sentiero largo e pianeggiante. Stiamo attenti che, all’altezza di basso un muretto di pietre, si deve tenere la sinistra su un sentiero che diventa via via più evidente e più ripido.

Giunti ad un incrocio di sentieri teniamo la sinistra dove inizia una sezione tecnica fatta di tornanti e gradini in discesa che poi digrada in un sentiero più scorrevole dove lasciamo correre le gambe e che ci porta alla SS41, a poche decine di metri dal parcheggio da dove eravamo partiti.

About the author

Va in montagna da sempre ma dagli anni del liceo, e poi dell'università, la scimmia ha cominciato a farsi sentire sempre più forte. All'inizio solo in mountain bike mentre adesso potrebbe essere definito un poli-atleta.
Ha una passione masochista per le uscite avventurose che prevedono enormi dislivelli e distanze esagerate. Dal 2020 è diventato un cyborg a causa di un infortunio sul longboard.

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