Il giro completo del Lago Maggiore

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Località di partenza: Lisanza, Sesto Calende (VA)
Dislivello salita totale: 727 m
Tempo di percorrenza complessivo: 6 – 8 ore
Quota massima raggiunta: 286m
Distanza percorsa: 164 km
Valutazione:

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Impegno fisico:
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Punti di appoggio: nei paesi attraversati lungo l’itinerario
Presenza di acqua: fontanelle nei pressi delle passeggiate lungolago
Riassunto itinerario: Sesto Calende > Arona > Stresa > Baveno > Fondotoce > Cannobbio > Brissago > Ascona > Locarno > Maccagno > Luino > Porto Valtravaglia > Laveno > Ispra > Sesto Calende

Articolo sul periplo del Lago Maggiore, non c’è molto da aggiungere. Dopo aver pedalato attorno al Lago di Como, al Lago di Garda, al Lago d’Iseo e Endine, ai Laghi Briantei e al Lago di Lugano, ci mancava solo il lunghissimo Lago Maggiore.

Lasciamo l’auto in un parcheggio a Lisanza, frazione di Sesto Calende e iniziamo a pedalare verso sud. Abbiamo deciso di percorrere il periplo del lago in senso orario così da poter essere sempre sul lato dell’acqua e goderci al meglio il panorama.

Da via Angera passiamo alla ciclabile ed attraversiamo il fiume Ticino sul bel ponte in metallo che divide anche la regione Lombardia dal Piemonte. Questa parte nell’estremo sud del lago è poco interessante, l’acqua non si vede ancora e si pedala lungo una serie di capannoni e zone commerciali. Bisogna raggiungere i pressi di Arona per iniziare a pedalare lungo la sponda del lago.

Il dislivello su questo lato del lago è praticamente nullo, si prosegue su via Sempione con ottima visuale sul lago. Superata Stresa si iniziano a vedere le meravigliose Isole Borromee, l’Isola bella e l’isola dei Pescatori.

Pedaliamo attraverso la caratteristica Baveno fino a giungere al termine del primo “corno” del Lago Maggiore. A Fondotoce ci immergiamo nella Riserva Naturale del Fondo Toce. (ndr se state percorrendo il giro del lago con una bici da corsa con copertoncini strettissimi non inoltratevi nello sterrato ma restate su asfalto, sull’altro lato del canale).

Superata la punta di Verbania, seguiamo la strada lungolago fino a Cannobbio e poi superiamo il confine di Stato passando in Svizzera dalla dogana di Brissago.

Le condizioni delle strade e delle ciclabili migliorano esponenzialmente! La parte Svizzera ci regala spazi per pedalare in sicurezza lungo le strade e nei paesi, ancora una volta Gloria e io ci confrontiamo su quanto ci sarebbe da imparare e quanto poco basta per rendere l’esperienza della pedalata su strada un vero piacere, anche nel traffico promiscuo.

Ad Ascona si lascia per un breve tratto il lungolago per superare il fiume Maggia, sul ponte ciclopedonale dedicato. Attraversiamo Locarno e da qui bisogna seguire pedissequamente i cartelli che ci indicano la via da percorrere per superare l’aeroporto di Locarno senza immetterci su strade pericolose. Sembra labirintico ma è ben segnato.

Ritorniamo sul lungolago a Magadino e pedaliamo per tornare in Italia superando la dogana di Zenna.

La stanchezza inizia a farsi sentire e, ancor peggio, il caldo ci prosciuga anche se è ancora primavera. Superiamo Maccagno ed evitiamo tutte le gallerie prendendo le strade ciclabili sulla destra che passano esternamente, affacciate sul lago.

Superato Luino, ci fermiamo a Portovaltravaglia per un gelato prima di affrontare gli unici due tratti di salita (relativamente facili, ma con 130 chilometri nelle gambe si sentono eccome). Dopo Laveno il secondo tratto di salita che ci allontana ancora una volta dalle sponde del Lago Maggiore che diventano un canneto unico e la vegetazione copre la vista delle acque azzurre. Così anche a Ispra intravediamo il lago prima di perderlo di nuovo.

Noi evitiamo di passare da Angera, anche se volendo si può scendere sulla sponda e risalire più a sud, allungando di pochi chilometri la traccia.

La strada statale poco interessante dell’ultimo tratto ci riporta a Lisanza, Sesto Calende e quindi all’auto.

About the author

Va in montagna da sempre ma dagli anni del liceo, e poi dell'università, la scimmia ha cominciato a farsi sentire sempre più forte. All'inizio solo in mountain bike mentre adesso potrebbe essere definito un poli-atleta.
Ha una passione masochista per le uscite avventurose che prevedono enormi dislivelli e distanze esagerate. Dal 2020 è diventato un cyborg a causa di un infortunio sul longboard.

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