Ferrata degli Artisti ad anello

Download file: Ferrata_degli_artisti_ad_anello.gpx

Località di partenza: Isallo, Magliolo SV (556 m)
Dislivello salita totale: 982 m
Tempo di percorrenza salita/complessivo 2.5 ore / 5.5 ore
Quota massima raggiunta: 1335m, Bric dell’Agnellino
Distanza percorsa: 15,3 km
Attrezzatura: kit da ferrata, casco, imbrago
Valutazione:

* * * * *

Impegno fisico:
* * * * *

Punti di appoggio: no
Presenza di acqua: no
Riassunto itinerario: parcheggio > ferrata degli Artisti > sella nord Monte Agnellino > Bric dell’Agnellino > Alta via dei Monti Liguri > Sentiero delle Terre alte > Val Maremola > parcheggio

Abbiamo deciso che, per sfruttare appieno la giornata, non volevamo limitarci a percorrere la sola ferrata e ridiscendere subito, ma di ampliare l’itinerario con una bella escursione ad anello per tornare all’auto dopo tanto arrampicare, e così è stato.

L’ultimo parcheggio utile per lasciare l’auto è una piazzola nel bosco a cui si accede da una strada sterrata e abbastanza malmessa, consigliamo di percorrerla solo con un’auto con buona altezza da terra e anche una trazione 4×4 può aiutare. L’alternativa è parcheggiare al termine del tornante da cui parte lo sterrato impegnativo e aggiungere mezzo chilometro a piedi.

Da qui si supera una sbarra e si scende leggermente sempre camminando lungo l’ampia strada sterrata, fino a giungere ad una curva dal cui interno parte il sentiero per l’attacco della ferrata (presente cartello rosso). Il sentiero si inerpica verso le guglie rocciose che si vedono sopra gli alberi ed è sempre segnalato da bolli di colore rosso.

In mezz’ora circa siamo all’attacco della ferrata che parte su una parete di color rosso-arancio con una serie di numerose staffe.

La ferrata si sviluppa su spigoli esposti e alterna tratti di sentiero (dove è comunque sempre presente il cavo metallico a cui assicurarsi) a tratti abbondantemente attrezzati. La ferrata ha una buona combinazione tra lunghezza e difficoltà che la pone tra le nostre preferite tra tutte quelle percorse fino ad ora.

Lungo la ferrata ci sono due vie di fuga, segnalate sia dal cartello al parcheggio che lungo il percorso.

Dopo un tratto di cresta, si scende ad una forcella dove un cartello ci mostra due vie: a sinistra si può attraversare la valle percorrendo l’emozionante ponte (il vero motivo della fama di questa ferrata), a destra ci permetterà di scendere e raggiungere il versante opposto via sentiero. Ovviamente abbiamo optato per il ponte traballante di 40m.

Non bisogna abbassare la guardia, la ferrata non è finita qui. Si percorre un breve traverso su pioli e poi un bello spigolo aereo che ci porta sempre più in alto. La ferrata diventa man mano meno verticale e raggiungiamo la cresta che sancisce il termine della ferrata.

Camminando lungo il sentiero si scende alla sella nord del monte Agnellino. Da qui se si vuol tornare il prima possibile alla macchina si può prendere il sentiero che scende a sinistra e riporta sulla strada larga sterrata. Noi abbiamo tempo e decidiamo di iniziare adesso una bella escursione per esplorare la val Maremola.

Dalla sella nord scendiamo a destra e prendiamo il largo sentiero che sale in circa 10 minuti al Bric dell’Agnellino. Dalla cima (1335m, punto più elevato di questo giro), scendiamo in direzione sud seguendo i bolli della 14esima tappa dell’Alta via dei Monti Liguri. Proseguiamo fino ad incrociare una larga strada sterrata che seguiamo fino ad imboccare, sulla sinistra, un sentiero segnato con tre bolli gialli “a triangolo”, frequentato anche da mountainbike, che ci porta in poco meno di 3km, sul sentiero delle Terre Alte. Qui voltiamo a sinistra (faccia a valle) e seguiamo il bellissimo sentiero pre buona parte pianeggiante, che attraversa la Val Maremola, entrando ed uscendo dalle valli e passando per una magnifica cascata con laghetto (rio Lavazzè). Un ultimo tratto di ripida salita ci porta alla larga strada sterrata che seguiremo fino a tornare al bivio per la ferrata e poi al parcheggio.

About the author

Va in montagna da sempre ma dagli anni del liceo, e poi dell'università, la scimmia ha cominciato a farsi sentire sempre più forte. All'inizio solo in mountain bike mentre adesso potrebbe essere definito un poli-atleta.
Ha una passione masochista per le uscite avventurose che prevedono enormi dislivelli e distanze esagerate. Dal 2020 è diventato un cyborg a causa di un infortunio sul longboard.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *