Cresta pizzo Mercantelli – monte Scermendone

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Località di partenza: parcheggio Valbiore, Val Masino SO (1200 m)
Dislivello salita totale: 1000 m
Tempo di percorrenza salita/complessivo 3 ore / 5 ore
Quota massima raggiunta: 2127 m, monte Scermendone
Distanza percorsa: 13 km
Attrezzatura: normale da escursionismo
Valutazione:

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Impegno fisico:
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Punti di appoggio: rifugio Alpe Granda
Presenza di acqua: rubinetto alle Casere Scermendone (ghiacciato quando siamo andati noi), fontanino baite Corticelle
Riassunto itinerario: parcheggio Valbiore > Baite Tajada > rifugio Alpe Granda > pizzo Mercantelli > Monte Scermendone > San Quirico > Sasso Bisolo > parcheggio Valbiore

Una premessa:
i tempi di percorrenza potrebbero variare in base a due fattori: primo, le condizioni del terreno. Noi abbiamo trovato parecchia neve sulla via di discesa che ha allungato parecchio i tempi perché abbiamo proceduto su sentiero non battuto in neve fresca, senza ciaspole. Secondo, la scelta di percorrere integralmente o meno la cresta che collega il pizzo Mercantelli al monte Scermendone, restare sempre sul filo di cresta richiede esperienza su questo tipo di terreno. Restando sulla traccia di sentiero a sud sotto la cresta, si accorciano i tempi di percorrenza. Possiamo considerarla un’escursione con la difficoltà della cresta, o un giro alpinistico facile.

Lasciamo l’auto al parcheggio di Valbiore, sulla strada per Predarossa. Si tratta dell’ultimo parcheggio gratuito, se si volesse partire da più in alto bisogna munirsi di pass (12€ al momento della stesura dell’articolo). Iniziamo a camminare su asfalto direzione Predarossa fino ad incontrare a circa 900m dalla partenza, sulla destra, un sentiero che entra nel bosco e che indica “rifugio Alpe Granda”.

Si cammina in leggera salita in un bell’ambiente boschivo fino a giungere alle baite Tajada, un piccolo agglomerato di baite in pietra affacciate sulla Val Masino. Da qui il sentiero si fa più ripido e saliamo fino a sbucare sui prati nei pressi del Rifugio Alpe Granda.

Ora stiamo attenti a NON prendere l’evidente largo sentiero che indica l’alpe Merla e San Quirico, invece entriamo nel bosco di larici e seguiamo le tracce che salgono lungo la spalla della montagna, direzione Pizzo Mercantelli. Qui la traccia non è sempre ben evidente, si sale un po’ ad intuito fino a che la traccia diventa più scavata e di facile identificazione.

Quando si esce dal sottobosco si iniziano ad incontrare le prime rocce su cui posare le mani che, su salita quasi verticale, ci portano al Pizzo Mercantelli (2070m).

Il panorama da qui è già spettacolare, sia in direzione sud, sulla Valtellina, sia verso la valle di Predarossa e il magnifico Monte Disgrazia che si staglia in fondo alla valle.

Ora inizia la cresta vera e propria che collega il Pizzo Mercantelli ed il monte Scermendone. È una cresta che definirei “sporca”. Tra le rocce, infatti, affiorano larici e cespugli, dove ci si incastra spesso con lo zaino. La progressione è lenta (infatti, nonostante la nostra esperienza sia stata invernale, consiglio di percorrere la cresta in assenza totale di neve). Ad un certo punto, causa ghiaccio e neve, non riusciamo più a restare sul filo di cresta e scendiamo cautamente di pochi metri verso sud (verso la Valtellina) dove c’è una traccia che si può seguire fino a sotto al Monte Scermendone. Pertanto la cresta non siamo riusciti a percorrerla integralmente, ci torneremo in estate per completarla e magari allungare il giro.

La salita al monte Scermendone è su rocce di granito e sulla vetta non c’è nulla. Però è un balcone unico sul monte Disgrazia e ci fermiamo a contemplare il panorama mentre pranziamo.

Seguendo sempre il filo di cresta, scendiamo dalla cima e iniziamo a passeggiare tra i prati coperti di neve fino alle casere Scermendone. Qui il sentiero è elementare e ci riposiamo un po’ passeggiando fino alla chiesetta di San Quirico.

Dalla chiesetta, direzione nord, inizia nel bosco un sentiero serpeggiante che scende nella valle di Predarossa fino a Sasso Bisolo. Durante la discesa, arrivati alla baita di Scermendone Basso il sentiero è poco evidente. Bisogna tenere la sinistra orografica del torrente e camminare su prati dove ci sono diverse tracce di animali. Dei rari bolli rossi sulle piante indicano la direzione da seguire.

Giunti alle baite Corticelle il sentiero migliora ulteriormente e scende a tornanti fino ad un ponticello che ci porta sulla strada che attraversa il paese di Sasso Bisolo.

Da qui si segue la strada per Predarossa fino ad incrociare dapprima un sentiero che taglia un tornante e, in prossimità dell’uscita sull’asfalto, l’ingresso di un sentiero segnato che scende fino al parcheggio di Valbiore dove si intravedono tratti della vecchia strada che fu coperta da due grandi frane rispettivamente nel 1977 e nel 1991.

Usciamo nuovamente su asfalto proprio sopra al parcheggio di Valbiore.

About the author

Va in montagna da sempre ma dagli anni del liceo, e poi dell'università, la scimmia ha cominciato a farsi sentire sempre più forte. All'inizio solo in mountain bike mentre adesso potrebbe essere definito un poli-atleta.
Ha una passione masochista per le uscite avventurose che prevedono enormi dislivelli e distanze esagerate. Dal 2020 è diventato un cyborg a causa di un infortunio sul longboard.

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