Anello Passo del Mortirolo – Trivigno

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Località di partenza: Cologna (Tirano – SO)
Dislivello salita totale: 1517 m
Tempo di percorrenza complessivo: 4 ore
Quota massima raggiunta: 1895 m
Distanza percorsa: 50 km
Valutazione:

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Impegno fisico:
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Punti di appoggio: paesini di partenza
Presenza di acqua: una fontanella a circa metà salita
Riassunto itinerario: Cologna > Sernio > Lovero > Tovo di Sant’Agata > Mazzo di Valtellina > passo del Mortirolo > Trivigno > Cologna

Il Passo del Mortirolo: famoso per collegare Valtellina e Valcamonica, famoso per le imprese di Pantani, famoso nell’ambiente del ciclismo. E’ venuta quindi l’ora, anche per i ricci sportivi, di cimentarsi con una vera salita.

Decidiamo di partire da Cologna, poco prima di Mazzo di Valtellina, da dove effettivamente parte la salita, per scaldarci un po’ le gambe. Troviamo quindi un comodo parcheggio vicino alla Chiesa e, dopo aver scaricato le nostre due ruote, iniziamo a pedalare lungo una strada provinciale, poco trafficata, che scorre parallela alla ben più famosa (e trafficata) SS38 dello Stelvio. La strada, in leggera salita, attraversa i paesini di Sernio, Lovero, Tovo di Sant’Agata, fino ad arrivare a Mazzo di Valtellina, da dove partirà l’effettiva salita. Ad indicarla ci sono molteplici cartelli e striscioni. La sensazione è di stare per compiere qualcosa di epico, pur nella solitudine di una domenica d’agosto.

Le nostre ruote iniziano a solcare i primi km dei 13 totali di salita. Tutta la tratta è ben segnata con cartelli che indicano le varie località attraversate, la quota raggiunta e i tornanti mancanti. In tutto sono 33 tornanti, con un micidiale conto alla rovescia che ci accompagna curva dopo curva. Alcuni tornanti molto ravvicinati, altri di cui non si intravede la fine e fanno penare l’anima e i quadricipiti. La salita nella sua globalità presenta pendenze notevoli, che variano dal 10% fino ad arrivare al 20%: a questo punto la lingua quasi gira insieme alle ruote, per noi ciclisti non professionisti.

Proseguiamo però tenaci tornante dopo tornante, pendenza dopo pendenza, rassicurati dalla quota che gradualmente sale: a ogni pedalata qualche metro di dislivello in meno. La prima metà salita è la più dura, nella seconda metà si alternano tratti in falsopiano e con minore pendenza, sembra quindi di scorrere quasi più rapidamente. Quando mancano 11 tornanti si nota sulla curva una scritta in memoria delle imprese di Marco Pantani.

All’improvviso i cartelli segnalano che mancano 4 tornanti, 3, 2, 1…. ed eccoci su! Non sembra vero, siamo in cima. La fatica ripagata dalla soddisfazione e dal paesaggio che osserviamo intorno a noi. La foto di rito al monumento con la scritta e l’altitudine è d’obbligo. Un vento fresco ci sferza e quindi decidiamo di ripartire abbastanza rapidamente.

Superato il monumento, si prosegue verso destra, seguendo le indicazioni per Trivigno. Si percorre una strada a mezza costa, in bilico tra la Valcamonica e la Valtellina, che momentaneamente scompare alla nostra vista. La strada è molto piacevole, poco trafficata, scorre nel bosco. Alternando tratti in salita e tratti in discesa si raggiunge quindi l’Alpe di Trivigno, a 1700 m d’altezza: un piccolo centro abitato, con qualche casa e la Chiesa. Da qui in poi la discesa si fa più impegnativa, su una strada ripida e stretta, dove a tratti è presente della ghiaia che fa scivolare pericolosamente le ruote. Con le dita intrizzite dal freddo della discesa e dal continuo tirare i freni, giungiamo a Cologna, nostro punto di partenza, sani, salvi e soddisfatti.

About the author

Cresciuta tra piacevoli estate montane: dalle prime timide passeggiate ad oggi, con lunghe camminate ed ampi dislivelli. Da pochi anni ha aggiunto le due ruote, per esplorare il mondo ad una velocità diversa. Tutto condito dalla passione per l'outdoor, gli splendidi paesaggi, le notti in tenda. I piedi sempre pronti a camminare e pedalare, gli occhi aperti per esplorare e conservare fotogrammi di esperienze.

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