Passo Gavia da Bormio

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Località di partenza: Bormio (1225 m)
Dislivello salita totale: 1400
Tempo di percorrenza complessivo: 3.5 ore
Quota massima raggiunta: 2652 m (Passo Gavia)
Distanza percorsa: 54,5 km
Valutazione:

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Impegno fisico:
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Punti di appoggio: Bormio, Santa Caterina Valfurva, rifugio Bonetta (arrivo)
Presenza di acqua: nelle città attraversate e al rifugio finale
Riassunto itinerario: Bormio > Santa Caterina Valfurva > Passo Gavia > Santa Caterina Valfurva > Bormio

Il Passo Gavia collega le due province di Sondrio e di Brescia, la salita è dunque possibile dai due versanti: Ponte di Legno per quello bresciano, Bormio per quello valtellinese. E’ proprio su quest’ultimo che decidiamo di dirigere le nostre ruote nell’ultimo fine settimana di agosto.

Lasciamo l’auto poco fuori Bormio, nei pressi di Via Osteglio (trasversale della centrale Via Milano), in un parcheggio gratuito lungo il fiume Adda. Scaricate le nostre gravel partiamo leggeri, il clima caldo aiuta a prendere subito velocità.

Usciamo subito da Bormio seguendo le indicazioni per il Passo Gavia. La strada è lunga: ad attenderci ci sono circa 26 km di salita, con una pendenza media del 6,5 % e alcuni strappi dove si raggiunge il 14%.

La strada fino a Santa Caterina Valfurva è a due corsie, sufficientemente ampia, con due strappi a pendenza maggiore. Passiamo prima le frazioni di Uzza, San Nicolò e Sant’Antonio, con alcuni brevi tratti di piacevolissimo pavè. Giungiamo poi al centro abitato di Santa Caterina, accanto a noi scorre il torrente Frodolfo. I raggi del sole fanno capolino tra le nuvole e ci permettono di godere, senza sudare, della salita.

Dopo Santa Caterina (1738 m) inizia una lunga e infinita serie di tornanti. La particolarità di questa salita è l’alternanza tra tratti a pendenza minore, dove è possibile chiacchierare, godersi il panorama e scattare qualche foto in movimento, e tratti impegnativi con pendenza notevole, nei quali concentrare tutta la forza nelle gambe, stando a volte in piedi sui pedali.

Un tratto dopo l’altro, un tornante dopo l’altro, il paesaggio si fa sempre più brullo, intorno a noi si vedono le cime e qualche ghiacciaio ormai in fin di vita. Oggi non è giornata di chiusura al traffico veicolare, tuttavia la strada non appare eccessivamente frequentata, qualche auto e molte moto ci fanno compagnia. E’ presente una breve galleria aperta, che è comunque aggirabile (in salita) grazie ad una stradina laterale che permette di evitare il passaggio all’interno.

L’ultima parte prevede un tratto in falsopiano di circa 3 km. La cima sembra non arrivare mai e infatti si intravede solo nelle ultime centinaia di metri, costeggiando il laghetto che, dopo gli ultimi colpi di pedale, ci permette di arrivare in cima. Ci facciamo largo tra bici e moto e raggiungiamo il cartello per la foto di rito, accanto al rifugio Bonella (2652 m). Oltre il cartello la discesa verso il territorio bresciano, intorno a noi cime frastagliate si stagliano contro l’azzurro del cielo.

A questo punto non resta che rifocillarci, coprirci e prepararci per la discesa, che in poco tempo ci riporta al punto di partenza.

About the author

Cresciuta tra piacevoli estate montane: dalle prime timide passeggiate ad oggi, con lunghe camminate ed ampi dislivelli. Da pochi anni ha aggiunto le due ruote, per esplorare il mondo ad una velocità diversa. Tutto condito dalla passione per l'outdoor, gli splendidi paesaggi, le notti in tenda. I piedi sempre pronti a camminare e pedalare, gli occhi aperti per esplorare e conservare fotogrammi di esperienze.

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