Anello Cima Peller, Pian della Nana, sasso Rosso, Passo dell’Uomo

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Località di partenza: Lago Dorigat, Cles TN (1870 m)
Dislivello salita totale: 1535 m
Tempo di percorrenza salita/complessivo 4 ore / 9 ore
Quota massima raggiunta: 2654 m, vetta sasso Rosso
Distanza percorsa: 25,4 km
Attrezzatura: normale da escursionismo
Valutazione:

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Impegno fisico:
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Punti di appoggio: rifugio Peller, bivacco Costanzi Albasini, malga Tasula
Presenza di acqua: no
Riassunto itinerario: Lago Dorigat > rifugio Peller > monte Peller > malga Tasula > Passo della Forcola > ex Malga Cavalli > Passo della Nana > cima Nana > Sasso Rosso > bivacco Costanzi Albasini > Passo di Pra Castron > Pra Castron di Truenno > passo dell’Uomo > Pian della Nana > malga Tasula > Lago Dorigat

Questo splendido itinerario permette di fare un anello che attraversa tutti i diversi ambienti del gruppo nord delle Dolomiti del Brenta: dai prati pieni di marmotte e fiori di montagna ai tratti in cresta su roccia rossa e friabile, alle pareti strapiombanti dalle più disparate varietà di sfumature, fino agli affioramenti di calcare giurassico e ad anfiteatri di pietra che paiono piastrellati da giganti. L’itinerario impegna un’intera giornata e consiglio di portarsi una buona scorta d’acqua data l’assenza di fonti lungo il percorso.

Lasciata l’auto al parcheggio nei pressi del Lago Dorigat ci incamminiamo sulla strada cementata che sale fino al Rifugio Peller, poi seguiamo le indicazioni per il monte Peller. Una serie di ripidi gradini in legno e terra ci porta fino ad una scaletta metallica e ad un cavo che aiuta nella progressione (sentiero attrezzato, non necessita alcun kit ferrata). Giunti sul monte Peller ci si trova su delle colline d’erba in alta quota, davvero particolare. Dall’alto vediamo tutta la val di Nana da nord e possiamo già individuare i prossimi obiettivi di oggi.

Si segue la traccia nel prato direzione sud, scendendo lungo in ripido sentiero fino a giungere alla malga Tasula (o Tassula). La prima cima della giornata è fatta.

Camminiamo in leggera salita fiancheggiando il monte Pellerot fino a giungere al passo della Forcola. Da qui seguiamo il cartello che indica “ex malga cavai” e “passo della Nana”. Il sentiero è in leggera discesa e in ombra, nel bosco, così procediamo spediti senza soffrire troppo la calura estiva. Si cammina sul lato ovest del monte Palon e si risale al Passo della Nana.

Dal passo della Nana costeggiamo la Cima Cesta su di un sentiero in leggera salita e sempre affacciato sulla val di Nana. Poi il sentiero si fa più ripido e si raggiunge la croce di vetta di Cima Nana.

Scendiamo in direzione sud e puntiamo al Sasso Rosso, il monte che chiude la valle.

La salita non è segnata ma la linea da percorrere è logica. Si tiene il filo di cresta fin dove possibile, poi si rimane sulla sinistra (presenza di alcuni ometti) e, in corrispondenza di un grosso masso che forma una sorta di scivolo-caminetto, si risale sul filo di cresta che si mantiene fino alla croce di vetta del Sasso Rosso (2654m).

La vetta non è molto frequentata (la maggior parte degli escursionisti raggiunge solo cima Nana) e si può godere di grandioso panorama su tutta la valle verso nord. Ci riposiamo un attimo e ammiriamo, stavolta verso sud, il gruppo centrale delle Dolomiti del Brenta: la cima Brenta, la cima Grostè, la cima Falkner, la cima Benon. Verso ovest si individuano in lontananza la cima Presanella, il Carè Alto e addirittura il monte Disgrazia e il Bernina in questa giornata senza nuvole.

Si ridiscende dalla medesima via di salita fino alla forcella. Da qui scendiamo verso ovest lungo un ripido sentiero ghiaioso dove fermarsi è più difficile che non lasciare che le gambe corrano giù.

In pratica adesso circumnavigheremo il sasso Rosso da sud.

Raggiungiamo il bivacco Costanzi Albasini e risaliamo i prati ricchi di rocce calcaree verso il passo di Pra Castron. Sulla sinistra le pareti rosse del sasso Rosso che contrastano col bianco calcare e il verde dei fili d’erba ci fan sembrare di essere astronauti su di un altro pianeta.

Giunti al Passo di pra Castron prendiamo il sentiero 310 in discesa in direzione nord-est, nella valle erbosa che discende dolcemente verso il Lago di Tovel (che inizieremo a vedere dall’alto).

Si segue fino ad incontrare una palina segnaletica che ci indica di essere a Pra Castron di Truenno. Seguiamo la freccia rivolta verso le pareti rocciose di cima dell’Uomo che indica il sentiero 306 per “Passo della Nana” “rifugio Peller”

Si attraversa una pietraia e il sentiero inizia a costeggiare le altissime pareti rocciose, passando su una cengia che ci permette una splendida visuale sulla valle di Tovel ed il suo famoso lago.

L’ambiente cambia ancora: si raggiunge un anfiteatro roccioso che ci stupisce ancora, nonostante siano svariate ore che camminiamo e abbiamo già visto panorami che basterebbero a riempire il cuore.

Si cammina tra massi squadrati seguendo i bolli bianco-rossi. Ad un certo punto, sulla sinistra, i bolli ci guidano in un intaglio che permette di risalire questo anfiteatro e raggiungere il Passo dell’Uomo. Ora è tutto grigio-calcare intorno a noi.

Seguiamo dei segni bianchi che ci conducono ad un ponticello fatto da due travi che permette di superare un intaglio nella roccia e di scendere in un caminetto che ci porta giù fino ai piani della Nana.

Qui delle paline segnaletiche indicano la traccia tra i prati per ricongiungersi al sentiero sull’altro lato della valle. Noi vogliamo stare ancora un po’ lontani dalla civiltà e decidiamo di seguire le tracce di fondovalle in mezzo ai prati fioriti e le marmotte. È un ravanare che ci ammazza definitivamente le gambe ma ci catapulta in un ambiente dove non si vedono segni di passaggio umano.

Usciamo dai prati poco oltre il Passo della Nana e riprendiamo il sentiero battuto e segnalato che passa a est del monte Palon e ci riporta alla malga Tasula.

Da qui seguiamo la strada sterrata, poi cementata, che ci riporta al Lago Dorigat.

About the author

Va in montagna da sempre ma dagli anni del liceo, e poi dell'università, la scimmia ha cominciato a farsi sentire sempre più forte. All'inizio solo in mountain bike mentre adesso potrebbe essere definito un poli-atleta.
Ha una passione masochista per le uscite avventurose che prevedono enormi dislivelli e distanze esagerate. Dal 2020 è diventato un cyborg a causa di un infortunio sul longboard.

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