Legnone da nord

Download file: Legnone_da_nord.gpx

Località di partenza: Fontanedo, Colico CO (450 m)
Dislivello salita totale: 2189 m
Tempo di percorrenza salita/complessivo 4 ore / 8 ore
Quota massima raggiunta: 2609m, vetta monte Legnone
Distanza percorsa: 23,5 km
Attrezzatura: normale da escursionismo, consigliata corda 30m per ridiscendere la cresta in caso di problemi
Valutazione:

* * * * *

Impegno fisico:
* * * * *

Punti di appoggio: alpe Scoggione, rifugio Legnone
Presenza di acqua: Alpe Prato, Pian di Formica, alpe Scoggione
Riassunto itinerario: Fontanedo > Rusico > Alpe Prato > Pian di Formica > Alpe Scoggione > lago Scoggione > direttissima al Legnone > monte Legnone > strada militare > rifugio Legnone > Alpe Scoggione > Pian di Formica > Alpe Prato > Rusico > Fontanedo

Questa escursione non è da prendere sottogamba sia per il suo sviluppo di oltre duemila metri di dislivello sia perché, a partire dal lago Scoggione, ci si muove su terreno di alta montagna dove ci si deve aiutare anche con le mani nella progressione. In cambio regala scorci magnifici (vedi foto) sul lago e le valli sottostanti.
Per chi preferisse spezzare il dislivello in due giorni, è possibile pernottare al Rifugio Scoggione o al vicino bivacco e poi intraprendere la salita il giorno seguente.

Lascio la macchina nei pressi dell’incrocio di via Fontanedo, essendo un giorno infrasettimanale non faccio fatica a trovare posto. Sono presenti già da qui le paline segnaletiche che mi indicheranno che strada seguire.

Il sentiero da seguire è l’1b fino all’Alpe Scoggione. I cartelli sono abbondanti e il tracciato è ben segnalato da bolli biancorossi del CAI. In sequenza cammino fino all’abitato di Rusico su strada cementata, poi proseguo in salita nel bosco fino all’alpe Prato e poi al Pian di Formica dove mi abbevero alla fontana.

Il sentiero sale nel bosco di faggi fino a sbucare in una radura dove trovo l‘alpe Scoggione. Qui c’è il rifugio Scoggione (orari di apertura e prenotazione sul sito del CAI di Colico) e un magnifico bivacco sempre aperto. Riempio fino all’orlo la sacca idrica alla fontana perché d’ora in avanti non ci saranno più fonti d’acqua sul percorso.

Poco sopra al rifugio, lungo la strada militare, si incrocia il sentiero, ben segnato da una palina segnaletica che indica la “Direttissima monte Legnone”. Dal lago di Scoggione gli unici segni da seguire fino in cima saranno dei bolli rossi: sono numerosi ma spesso nascosti da rododendri o pietre che bisogna aggirare.

Inizia la vera salita alpinistica. Si prosegue su cenge erbose e spalle rocciose prendendo rapidamente quota e giungendo ad incrociare il sentiero che arriva dal Passo Colombano, forse più facile ma meno selvaggio.

Da qui si inizia a toccare con mano la roccia, ci sono un paio di tratti di II grado con un passaggino di III. Oggi sono da solo e non ho con me una corda, da qui ridiscendere in caso di rientro dalla cresta potrebbe essere un grosso problema. Decido che devo arrivare in cima a tutti i costi, anche se questa è immersa nelle nuvole. Consiglio di portarsi dietro una corda da 30m, ci sono anelli di calata lungo il percorso e un paio di fittoni a cui assicurarsi.

Mentre stavo facendo le valutazioni di come sarebbe stato troppo pericoloso ridiscendere senza corda, sento un boato e uno scoppio fragoroso. Da dietro una torre di roccia, sulla cresta, due pezzi di roccia grossi come la scrivania su cui sto scrivendo al pc schizzano via nel vallone alla mia destra e si schiantano di sotto frantumandosi in mille pezzi. Decido di proseguire con tutti i sensi all’erta, ricordo a me stesso che in montagna si deve abbassare la guardia. Poco oltre sento nell’aria odore di pietra focaia.

Man mano che salgo entro nelle nuvole, incrocio un gruppo di giovani stambecchi che mi guardano incuriositi.
La parte finale della cresta si unisce col sentiero alternativo (1b) che arriva su da est e confluisce poi con la via più frequentata da Roccoli-Lorla.

Non è ancora finita ma ormai sono su un sentiero che ho già percorso più volte sia in estate che in inverno. Un tratto con una corda e dei fittoni sono l’ultimo sforzo da superare per arrivare in vista della croce di vetta del Legnone.

Sempre immerso nelle nuvole decido di non fermarmi troppo in cima. Mi godo qualche minuto di silenzio totale e inizio a scendere.

Per fare un percorso ad anello decido di camminare lungo la spalla est fino a giungere alla strada militare e svolto a nord verso la val Lesina, qui incrocio tre operai che la stanno mettendo in ordine, li ringrazio del lavoro che stanno facendo e proseguo di corsa per evitare che i sassi che smuovono rotolino giù ai tornanti sotto dove sto passando io.

Scendo fino a che la strada militare passa sotto il monte Legnone. Qui ci sono due scelte: seguire la strada militare e salire al passo Colombano per poi ridiscendere all’alpe Scoggione oppure, quella che scelgo io, evitare ulteriore dislivello positivo ma allungare il percorso camminando a mezza costa seguendo le indicazioni per il Rifugio Legnone.

Il rifugio Legnone è situato in un bel balcone panoramico sulla bassa Valtellina.

Seguo il sentiero sempre pianeggiante in direzione alpe Scoggione. Camminando su questo singletrack incrocio diversi cartelli che indicano gruppi di trincee della linea Cadorna che si possono esplorare.

Si sbuca nuovamente sulla strada militare che scende dal Passo Colombano e la seguo fino all’alpe Scoggione.

Da qui il rientro è lungo il medesimo sentiero della salita.

About the author

Va in montagna da sempre ma dagli anni del liceo, e poi dell'università, la scimmia ha cominciato a farsi sentire sempre più forte. All'inizio solo in mountain bike mentre adesso potrebbe essere definito un poli-atleta.
Ha una passione masochista per le uscite avventurose che prevedono enormi dislivelli e distanze esagerate. Dal 2020 è diventato un cyborg a causa di un infortunio sul longboard.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *