[Five Crazy Down] Col d’Anzana

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Località di partenza: Tirano (SO)
Dislivello salita totale: 1772m
Tempo di percorrenza complessivo: 5-6 ore
Quota massima raggiunta: 2224m, Col d’Anzana
Distanza percorsa: 33 km
Valutazione:

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Impegno fisico:
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Punti di appoggio: rifugio Schiazzera
Presenza di acqua: no
Riassunto itinerario: Tirano > Campascio CH > Cavaione CH > Pescia Bassa CH > Pescia Alta CH > Col d’Anzana > Lughina > Villa di Tirano > Tirano

Le Five Crazy Down, come recita il sito ufficiale, “sono cinque spettacolari discese in mtb che dalle alte quote dei monti della Valtellina e della Valposchiavo (Svizzera) precipitano sul fondovalle lungo sterrate, mulattiere, strade militari e sentieri, appositamente segnalate per i biker”.
La Glo e io abbiamo deciso di percorrerle tutte in sella alle nostre amate MTB. Per la lunghezza della salita (e poi della discesa) la consigliamo a biker molto ben allenati. Date le quote raggiunte, è consigliabile percorrerle in piena estate.

Lasciata l’auto a Tirano (nei pressi della stazione, nella zona di partenda del famoso Trenino rosso del Bernina) raggiungiamo il centro città, alla rotonda Santuario della Madonna di Tirano.

Imbocchiamo la SS38 direzione Val Poschiavo, Svizzera. Si prosegue pedalando su asfalto, superando il confine di Piattamala, fino a raggiungere Campascio dove svoltiamo a sinistra in direzione di Cavaione.

La salita è davvero lunga, quindi risparmiamo le energie e approfittiamone per guardarci attorno man mano che ci alziamo dal fondovalle.

Dopo il paese di Cavaione, su un tornante, imbocchiamo la strada sterrata in direzione di Pescia Bassa.

Da qui si pedala per circa 2,2 km su sterrato fino a raggiungere Pescia Alta dove finisce la strada e inizia un singletrack, inizialmente pedalabile, poi ci tocca spingere a mano la mountainbike per l’ultimo tratto di salita fino al Col d’Anzana.

Siamo sulla linea di confine tra Svizzera (a nord) e Italia (a sud), affacciati sulla Valtellina.

Dal Col d’Anzana si scende lungo singletrack per qualche metro fino ad un cartello informativo che ci indica la partenza del primo step della discesa. Da qui un’agevole e panoramica strada militare a mezza costa in direzione ovest ci porta fino all’inizio della discesa vera e propria.

La discesa da qui è un susseguirsi di tornanti su mulattiera fino a Frantelone, dove un cartello ci indica una variante più facile qualora non si volesse percorrere una serie di tornanti caratterizzati da fondo sdrucciolevole che portano a Lunghina (noi li abbiamo percorsi senza difficoltà, però meglio evitare se si è alle prime armi e non si sa controllare al meglio la propria bici in discesa).

Da Lunghina parte una mulattiera lunga e veramente scassata (divertente con una bici a lunga escursione, potrebbe risultare ostica con una xc) con che “plana” fino a Villa di Tirano, dove si scende in mezzo ai vigneti per tornare sulla provinciale e poi a Tirano.

About the author

Va in montagna da sempre ma dagli anni del liceo, e poi dell'università, la scimmia ha cominciato a farsi sentire sempre più forte. All'inizio solo in mountain bike mentre adesso potrebbe essere definito un poli-atleta.
Ha una passione masochista per le uscite avventurose che prevedono enormi dislivelli e distanze esagerate. Dal 2020 è diventato un cyborg a causa di un infortunio sul longboard.

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