[Five Crazy Down] La Grosina

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Località di partenza: Grosio SO 660m
Dislivello salita totale: 1557m
Tempo di percorrenza complessivo: 4-5 ore
Quota massima raggiunta: 2020m
Distanza percorsa: 35km
Valutazione:

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Impegno fisico:
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Punti di appoggio: rifugio Eita
Presenza di acqua: fontanella nei pressi del rif. Eita, fontanella chiesetta di Redasco
Riassunto itinerario: Grosio > Ravoledo > Fusino > rifugio Eita > Redasco > Cigoz > chiesa San Giacomo > Grosio

Le Five Crazy Down, come recita il sito ufficiale, “sono cinque spettacolari discese in mtb che dalle alte quote dei monti della Valtellina e della Valposchiavo (Svizzera) precipitano sul fondovalle lungo sterrate, mulattiere, strade militari e sentieri, appositamente segnalate per i biker”.
La Glo e io abbiamo deciso di percorrerle tutte in sella alle nostre amate MTB, per la lunghezza della salita la consigliamo a biker molto ben allenati.

Lasciamo l’auto nell’ampio parcheggio del cimitero di Grosio.

Iniziamo a pedalare verso il centro città, superiamo la piazza e svoltiamo a sinistra seguendo le indicazioni per Ravoledo ed Eita.

Si prosegue sulla strada principale, asfaltata e con ampi tornanti, in salita, superando il paese di Ravoledo e inoltrandoci nella Val Grosina.

Dopo aver superato Fusino, superiamo la diga fino a giungere al Ponte del Fulin, dove cambiamo sponda e, dalla sinistra orografica, ci spostiamo sulla destra orografica riprendendo a salire con più decisione.
Una lunga strada che cammina a mezza costa della montagna ci conduce agli ultimi ripidi tornanti che portano ad Eita e al rifugio Eita.

Qui troviamo un pannello informativo sulla nostra Five Crazy Down che stiamo percorrendo.

Proseguiamo lungo la strada in leggera discesa, superiamo un ponticello e svoltiamo a destra. Seguiamo la strada che sale. In circa 40 minuti, sempre seguendo le indicazioni per Redasco, si raggiunge il cartello che indica lo step 1. Noi decidiamo di proseguire qualche centinaia di metri in salita per raggiungere la cappella di Redasco, eretta a ricordo dei caduti e dispersi in Russia. Qui facciamo la sosta per il pranzo.

Ritornati indietro fino al cartello che indica lo step 1, imbocchiamo un lunghissimo tratto di singletrack, con alcuni tratti di salita dove si dovrà spingere la bici e che ripercorre la val Grosina in senso opposto a quello fatto su asfalto, fino a sbucare quasi sopra la Valtellina, a Cigoz.

Si pedala ancora un tratto (attenzione a tenere la sinistra anche quando sembra debba iniziare la discesa) fino a giungere ad un punto di sosta con panchine e pannello informativo (vedi foto).

Inizia ora l’agognata discesa!

La prima parte si svolge su una vecchia strada militare, ricca di tornanti e qualche tratto con radici. In località Poda un largo sentiero porta alla chiesa di San Giacomo (incrociando la strada asfaltata fatta in salita). Seguendo le indicazioni date dalla freccia rossa con un biker bianco impresso sopra, scendiamo lungo la mulattiera che porta alla chiesa di San Gregorio Magno e poi scende alla Rupe Magna, vicino al castello Visconteo. Da qui una strada asfaltata di recente ci porta sulla strada provinciale e, in breve, nuovamente al cimitero di Grosio.

About the author

Va in montagna da sempre ma dagli anni del liceo, e poi dell'università, la scimmia ha cominciato a farsi sentire sempre più forte. All'inizio solo in mountain bike mentre adesso potrebbe essere definito un poli-atleta.
Ha una passione masochista per le uscite avventurose che prevedono enormi dislivelli e distanze esagerate. Dal 2020 è diventato un cyborg a causa di un infortunio sul longboard.

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