[Five Crazy Down] Schiazzera

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Località di partenza: Tirano (SO)
Dislivello salita totale: 1750m
Tempo di percorrenza complessivo: 5-6 ore
Quota massima raggiunta: 2210m, incrocio Sentiero Italia
Distanza percorsa: 39km
Valutazione:

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Impegno fisico:
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Punti di appoggio: rifugio Schiazzera
Presenza di acqua: rare fontanelle nella prima parte di salita
Riassunto itinerario: Tirano > Vervio > rif. Schiazzera > sentiero Italia > Sovo > Baruffini > Tirano

Le Five Crazy Down, come recita il sito ufficiale, “sono cinque spettacolari discese in mtb che dalle alte quote dei monti della Valtellina e della Valposchiavo (Svizzera) precipitano sul fondovalle lungo sterrate, mulattiere, strade militari e sentieri, appositamente segnalate per i biker”.
La Glo e io abbiamo deciso di percorrerle tutte in sella alle nostre amate MTB, questa è la prima e, per la lunghezza della salita (e poi della discesa) la consigliamo a biker molto ben allenati. Date le quote raggiunte, è consigliabile percorrerle in piena estate.

Parcheggiamo nei pressi della Piscina comunale di Tirano. Attraversato il fiume Adda su un ponticello pedonale, svoltiamo a destra e seguiamo la pista ciclabile lungo l’Adda, superiamo la diga di Sernio e restiamo sempre sulla destra orografica del fiume.
Poco prima di giungere al paese di Vervio si svolta a sinistra in salita seguendo le indicazioni per il rifugio Schiazzera: inizia qui la salita vera e propria.

Diciassette chilometri di salita asfaltata ci portano ai 2000 m s.l.m. del parcheggio del rifugio Schiazzera. La strada è per buona parte immersa nel bosco ed è poco trafficata.
Spingiamo la bici per gli ultimi metri e raggiungiamo il rifugio Schiazzera (potete vedere le condizioni meteo dalla webcam del rifugio).

Da dietro il rifugio seguiamo il sentiero attraverso i prati (pedalabile fino all’alpeggio) e poi facciamo qualche centinaio di metri di portage fino a raggiungere l’intersezione con il Sentiero Italia.

Il cartello informativo delle Five Crazy Down indica qui l’inizio del primo step della discesa.
Questa discesa non è tecnicamente impegnativa, ben si presta a divertirsi e a “lasciar correre” la mountainbike.
La parte alta, panoramicissima, ci porta a mezza costa verso sud fino a trovarci sospesi sulla Valtellina. Il sentiero scende poi in un bosco di larici e prosegue tra tornanti e mulattiere fino a Sovo.

Man mano che si scende si incontrano strade sterrate e alcuni tratti di asfalto fino a giungere sopra l’abitato di Baruffini.

Tutte le svolte sono segnalate da cartelli rossi con la sagoma di un biker e l’indicazione B201, difficile sbagliare strada.

L’ultimo tratto passa in mezzo ai vigneti valtellinesi e ci riporta sulle sponde dell’Adda, che seguiamo controcorrente fino a tornare al ponticello pedonale e, oltrepassatolo, al parcheggio da dove eravamo partiti.

About the author

Va in montagna da sempre ma dagli anni del liceo, e poi dell'università, la scimmia ha cominciato a farsi sentire sempre più forte. All'inizio solo in mountain bike mentre adesso potrebbe essere definito un poli-atleta.
Ha una passione masochista per le uscite avventurose che prevedono enormi dislivelli e distanze esagerate. Dal 2020 è diventato un cyborg a causa di un infortunio sul longboard.

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