Anello delle Foreste del Muggio

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Località di partenza: Camaggiore LC (1160 m)
Dislivello salita totale: 480 m
Tempo di percorrenza salita/complessivo 1.5 ore / 4 ore
Quota massima raggiunta: 1500m, Alpe Giumello
Distanza percorsa: 14,6 km
Attrezzatura: normale da escursionismo
Valutazione:

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Impegno fisico:
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Punti di appoggio: Capanna Vittoria e Ristoro Genio all’Alpe Giumello
Presenza di acqua: fontanelle a Camaggiore, all’Alpe Chiaro e a Sant’Ulderico
Riassunto itinerario: Camaggiore > Prà Bolscino > Alpe Chiaro > Alpe Giumello > Alpe Ortighera > Sant’Ulderico > Camaggiore

Itinerario poco frequentato che percorre un anello più esterno del noto Anello del Monte Muggio. È tutto segnalato ma bisogna fare attenzione a non perdere la traccia tra Sant’Ulderico e Camaggiore, sconsigliato a bambini soprattutto per quest’ultimo tratto.

Trattandosi di un anello è possibile partire da più località. L’itinerario ufficiale presente sul portale Discovering Bellano che consigliamo di leggere per le note naturalistico-geologiche fa partire l’escursione dal parcheggio dell’Alpe Giumello. Noi abbiamo preferito partire da Camaggiore per fare subito la ripida salita che porta a Prà Bolscino finché si hanno le gambe fresche. Eventualmente, si può partire anche dal parcheggio in località Set, sulla strada per Camaggiore, quando termina l’asfalto.

Il parcheggio a Camaggiore prevede il pagamento di un ticket da fare lungo la strada, a Sanico.

Partendo alle spalle della chiesetta di San Girolamo, a Camaggiore, raggiungiamo la spalla erbosa a monte e risaliamo per tracce la dorsale occidentale del monte Muggio. Tra cespugli e giovani betulle risaliamo nell’erba alta il pendio fino a giungere in poco meno di un’ora all’evidente ripetitore a Prà Bolscino. Da qui seguiamo il sentiero ben segnato che a mezza costa raggiunge un bel punto panoramico dove (ahimè) si trova la panchina gigante dell’Alpe Chiaro.

Superate le casette e la fontana d’acqua fresca dell’Alpe Chiaro, seguiamo la strada fino all’Alpe Giumello e superiamo il parcheggio camminando sempre verso oriente.

Giunti ai prati erbosi continuiamo verso est su debole traccia nell’erba, superiamo un laghetto e ci dirigiamo alla piccola croce sopra l’alpe Chiaretto. Da qui il sentiero è evidente e inizia a scendere.

Seguiamo sempre il sentiero tagliando perpendicolarmente la strada forestale che sale da Indovero fino a giungere all’Alpe Ortighera.

A Valle della bandiera Italiana che sventola, prendiamo a sinistra la strada agro-silvo-pastorale fino ad incrociare le indicazioni per Sant’Ulderico 1.00 ora.

Una volta qui c’era solo sentiero, ora una larga strada creata per il taglio del legname in questa meravigliosa faggeta (presenti faggi monumentali) ci facilita la camminata sul versante nord Muggiasco della Val Varrone.

A poche centinaia di metri (per ora, Ottobre 2023) dalla chiesetta di Sant’Ulderico, la strada torna ad essere sentiero nel bosco e ci porta appena sotto la chiesetta millenaria.

Ci stacchiamo dall’anello e andiamo a vedere la chiesa e il panorama sulla Val Varrone. Siamo arrivati per l’ora di pranzo e ci prendiamo una breve sosta.

Per riprendere il sentiero si torna sotto la chiesa, nei pressi di grossi tronchi che fanno da panche e dove c’è una palina segnaletica poco visibile dall’alto.

Questo tratto che da Sant’Ulderico porta a Camaggiore è poco segnato e su sentiero stretto e scivoloso.

Si scende ripidamente nel bosco per un centinaio di metri di dislivello in direzione di una evidente selletta e, poco prima, si svolta a sinistra su tracce di sentiero. Si seguono sempre i bolli rossi (o triangoli rossi), anche se all’inizio la traccia è nuovamente in salita e a volte poco agevole. Avendo in mente che ci dobbiamo muovere sempre verso ovest, seguiamo i triangoli e i segni rossi su una traccia di sentiero che entra ed esce dalle numerose valli presenti su questo versante. Anche se sono presenti varie tracce fatte da animali e fungiatt, si riconosce quella da seguire.

Il sentiero prosegue fino a giungere ad un’aagevole strada forestale abbandonata che, pianeggiante, in poco più di due chilometri, ci riporta a Camaggiore.

About the author

Va in montagna da sempre ma dagli anni del liceo, e poi dell'università, la scimmia ha cominciato a farsi sentire sempre più forte. All'inizio solo in mountain bike mentre adesso potrebbe essere definito un poli-atleta.
Ha una passione masochista per le uscite avventurose che prevedono enormi dislivelli e distanze esagerate. Dal 2020 è diventato un cyborg a causa di un infortunio sul longboard.

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