Grignone per la via del Cornell bus

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Località di partenza: Baiedo LC (600 m)
Dislivello salita totale: 1815 m
Tempo di percorrenza salita/complessivo 3.5 ore / 6 ore
Quota massima raggiunta: 2410m, vetta Grigna Settentrionale
Distanza percorsa: 18,5 km
Attrezzatura: normale da escursionismo
Valutazione:

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Impegno fisico:
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Punti di appoggio: rifugio Brioschi, rifugio Antonietta al Pialeràl
Presenza di acqua: fontanelle solo nella seconda parte della discesa, all’Alpe Cova, alla cappelletta Regina Pacis
Riassunto itinerario: Baiedo > Piani di Nava > san Calimero > via del Cornell bus > Pizzo della Pieve > rifugio Brioschi > bocchetta della bassa > Pialeràl > Alpe Cova > cappelletti Regina Pacis > Baiedo

Itinerario ad anello panoramico e solitario. Da percorrere in assenza di neve/ghiaccio e con terreno asciutto perché buona parte della salita si svolge su pendii erbosi con passaggi esposti. La posizione permette una panoramica incredibile su tutta la bassa e l’alta Valsassina e le Grigne.

Parcheggiata l’auto a Baiedo, in fondo a via Nisella, seguiamo fin da subito le indicazioni sui cartelli per san Calimero.

Si attraversa il paese di Baiedo e si imbocca la strada cementata che ci farà compagnia per i primi chilometri, sempre in salita, fino a raggiungere i verdi Piani di Nava. Dopo aver camminato in piano tra le meravigliose casette, prima di giungere al rif. Riva, un bivio ci indica la svolta a sinistra in direzione di San Calimero.

Ci aspetta ancora salita su strada cementata e poi mulattiera, immersi nel bosco, finché i sassi non lasciano il posto ad un sentiero pianeggiante che ci porta alla chiesetta di San Calimero, caratterizzata da uno spiovente tetto rosso.

la via del Cornell Bus inizia proprio dietro alla chiesa. È una traccia di sentiero che segue la cresta est della Grigna Settentrionale e porta in cima al Pizzo della Pieve.

L’occhio esperto a camminare su terreni poco battuti non avrà problemi ad individuare la via da percorrere. Sulle rocce ogni tanto dei segni sbiaditi di color ruggine indicano la via da seguire.

Nella parte bassa l’erba e gli arbusti rendono meno chiara la via di salita, ma una volta superata le prime rocce calcaree si comincia a camminare sul filo di cresta e diventa evidente. Alcuni passaggi sono su facili roccette, spesso aggirabili.

La posizione così ad est e così esposta riesce a mostrarci un panorama come pochi sulla Valsassina, su tre lati abbiamo la piena visuale sulla valle sottostante e sulle montagne sull’altro lato della stessa.

Salire da qui è come fare una serie infinita di step, meglio che stare chiusi in palestra ma preparatevi ad avere i polpacci in fiamme.

Il sentiero termina con l’arrivo al Pizzo della Pieve dove un mucchietto di sassi ne determina la cima. Non cantate vittoria, c’è ancora salita da affrontare.

Da qui possiamo vedere la nostra destinazione, la cima del Grignone. Per raggiungerla iniziamo a camminare lungo la cresta. Per superare un paio di balze si deve scendere sul fianco sud ma il sentiero da seguire è sempre evidente.

Superato il congiungimento con il muro del pianto si prosegue sempre su cresta ma ad indicarci la via ci sono le corde fisse della via invernale. In breve e con l’ultima salita, si giunge alla croce della Grigna Settentrionale.

Dal rifugio Brioschi scendiamo lungo il sentiero 33 in direzione sud, la cosiddetta “via estiva”. Il sentiero scende con ampi tornanti fino alla Bocchetta della bassa e da qui, giù nella valle fino a giungere al Pialeràl.

Si scende lungo al strada cementata fino al laghetto dell’Alpe Cova, poi si svolta a sinistra e si seguono le indicazioni per Baiedo, lungo strade carrozzabili e mulattiere che scendono verso est. Giunti alla capelletta Regina Pacis si svolta a sinistra e si seguono sempre i cartelli in legno che indicano Baiedo, nostra destinazione, dove sbucheremo sulla strada asfaltata appena sopra al parcheggio.

About the author

Va in montagna da sempre ma dagli anni del liceo, e poi dell'università, la scimmia ha cominciato a farsi sentire sempre più forte. All'inizio solo in mountain bike mentre adesso potrebbe essere definito un poli-atleta.
Ha una passione masochista per le uscite avventurose che prevedono enormi dislivelli e distanze esagerate. Dal 2020 è diventato un cyborg a causa di un infortunio sul longboard.

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