Punta Santo Stefano da Briotti

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Località di partenza: Briotti, Ponte in Valtellina SO (1050 m)
Dislivello salita totale: 1660 m
Tempo di percorrenza salita/complessivo 4 ore / 7.5 ore
Quota massima raggiunta: 2697m Punta Santo Stefano
Distanza percorsa: 20 km
Attrezzatura: normale da escursionismo
Valutazione:

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Impegno fisico:
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Punti di appoggio: rifugio Gino e Massimo sulla via del ritorno
Presenza di acqua: fontanella sopra il paese di Briotti a pochi minuti dalla partenza, acqua dei torrenti dalla bocchetta di Santo Stefano
Riassunto itinerario: Decauville > Briotti > baita Spanone > chiesa Santo Stefano > Bocchetta di Santo Stefano > Bocchetta del Reguzzo > Punta Santo Stefano > Bocchetta Santo Stefano > Piateda di Sopra > Grioni > baita Tripolo > Decauville

Si sale lungo la strada che va in val d’Arigna. Superato Sazzo, si seguono le indicazioni per Briotti e poi per il Dosso del Grillo. In fondo alla strada asfaltata, dove inizia la Decauville, c’è un posteggio gratuito per alcune auto. Iniziamo a camminare verso l’abitato di Briotti seguendo il tracciato della Decauville, un tracciato dismesso dove passavano i binari che permettevano ad uno speciale trenino il collegamento tra le diverse dighe tra le valli.

Nel centro del paese di Briotti iniziamo a seguire i bolli biancorossi del CAI in direzione dei Laghi di Santo Stefano. Si supera un prato sopra le case e si giunge ad una strada forestale che seguiamo in salita. Superata una fonte d’acqua la strada entra nel bosco e, prima di giungere alle baite Bernè, prendiamo il sentiero alla nostra destra che sale deciso nel bosco.

Salendo su evidente sentiero superiamo la baita Spanone e proseguiamo la salita nel bosco. L’ultimo tratto ripido nella valle ci porta alla base della diga del lago inferiore di Santo Stefano dove c’è la chiesa di Santo Stefano.

Proseguendo sulla sponda destra (faccia a monte) del lago, si comincia la salita lungo la valle che ci porterà al laghetto superiore e poi, con un ripido sentiero, alla Bocchetta di Santo Stefano. Sul fondo della valle, a sinistra, la Punta Santo Stefano ci guarda. Sembra lontanissima ma l’ambiente magnifico e le marmotte ci distraggono dalla fatica.

Alla bocchetta di Santo Stefano seguiamo le indicazioni per la Bocchetta del Reguzzo. Nonostante le giornate calde delle ultime settimane, qui troviamo ancora neve e in alcuni tratti dobbiamo fare brevi deviazioni per evitare di camminare sulla neve sfondosa che ci nasconde i buchi nella pietraia. Oramai siamo in pieno ambiente di alta montagna.

Salendo, alla nostra sinistra ci sovrasta la Punta Santo Stefano mentre alla nostra destra vediamo il Pizzo di Rhodes.

Arrivati alla Bocchetta del Reguzzo inizia il tratto più tecnico dell’escursione. Seguendo dei bolli bianco-rosso-bianco iniziamo a percorrere il filo di cresta (facile, solo in un paio di tratti ci si aiuta con le mani) che giunge alla cima della Punta Santo Stefano.

Il panorama che offre questa vetta è vastissimo! Verso le Orobie si distinguono di fronte a noi il Pizzo del Druet, dietro abbiamo il Pizzo del Diavolo della Malgina, il Pizzo Recastello, il Pizzo di Coca, il dente di Coca. Sotto di noi il rifugio Donati a fianco del lago di Reguzzo. Poi, sull’altro lato della valle, il Pizzo di Rhodes (decidiamo sarà meta di un’altra escursione).
Verso nord sono troppe le cime da contare, abbiamo un panorama su tutte le alpi Retiche, quelle degne di nota sono sicuramente il Monte Disgrazia, il pizzo Scalino, il Bernina ma la vista spazia anche oltre.

Facendo attenzione, torniamo sui nostri passi e scendiamo nuovamente dapprima alla Bocchetta del Reguzzo e poi alla Bocchetta di Santo Stefano. Per fare un giro ad anello scegliamo di scendere in direzione di Piateda di Sotto e Armisola. Man mano che si scende tornano a farci compagnia le marmotte, i rododendri e il verde.

Giunti alla palina che indica Piateda di Sopra prendiamo il sentiero 260.1 in direzione Grioni – Rifugio Gino e Massimo e Briotti.

Il sentiero è abbastanza pianeggiante e molto piacevole da percorrere e porta al rifugio Gino e Massimo. Da qui seguiamo le indicazioni per Briotti e, superato il prato della Baita Tripolo si inizia a scendere più decisi fino ad incrociare la decauville e tornare al posteggio.

About the author

Va in montagna da sempre ma dagli anni del liceo, e poi dell'università, la scimmia ha cominciato a farsi sentire sempre più forte. All'inizio solo in mountain bike mentre adesso potrebbe essere definito un poli-atleta.
Ha una passione masochista per le uscite avventurose che prevedono enormi dislivelli e distanze esagerate. Dal 2020 è diventato un cyborg a causa di un infortunio sul longboard.

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